
Josh Pacheco 17 anni.
Si è tolto la vita lo scorso 27 novembre, nella sua casa di Fenton, nel Michigan.
Quel giorno Josh non va a scuola perchè non si sentiva bene.
All'ora di pranzo scrive su Facebook
Mi duole annunciare che questa è la fine. Io me ne vado. Vi saluto dal più profondo del cuore. Addio una frase pronunciata da Frodo Baggins, nel Signore degli anelli.
Il patrigno legge la frase e, preoccupandosi, chiama un vicino di casa, chiedendogli di fare un controllo.
Il vicino trova Josh già morto in garage, le porte sigillate, il motore del furgone acceso asfissiato dal monossido di carbonio.
Nel furgone una nota di suo pugno:
Mi dispiace non aver saputo essere più forte.
Josh aveva fatto coming out due mesi prima di togliersi la vita.
I genitori ricevono numerose segnalazioni da parte degli amici, secondo le quali Josh era vittima di bullismo a scuola, la Lynden Hisg School.
Ma Josh non è stato indotto al suicidio solo dai compagni di scuola che lo vessavano.
Non è solo il bullismo omofobico a indurre al suicidio ma la società tutta, che è tutta omofoba.
Parlare del bullismo omofobico lascia erroneamente pensare viviamo in un clima di accettazione e rispetto, non a casa, non a scuola, ma nel mondo intero.
Invece basta aprire un giornale, accendere la tv, sentire due perosne per strada che si insultano dandosi del frocio e non ce l'hanno con te, anzi nemmeno ti hanno visto, per capire come viviamo in un mondo dove la parola frocio viene usata per offendere, per discriminare, per isolare, per umiliare.E quando senti gli altri ridere di quello che ti umilia non solo perchè parla di te ma perchè esprime un modo di epnsare che tu non ti sogneresti mai di avere quando capisci di essere davvero solo la morte può essere una via di uscita.
Odio chi pensa che chi si sucida sia fragile. Perchè ci vuole un fegato immenso per togliersi la vita. E per quanti mi addolori la morte di Josh io rispetto quel suo gesto immenso, quel grido di dolore ma anche di denuncia nei confronti nostri, di noi tutti non solo dei genitori che lo abbiamo lasciato solo.
Allora smettiamola di cercare le cause dell'altro numero di suicidi adolescenziali (più frequenti nel caso di adolescenti LGBT) nel bullismo omofobico.
Le casue sono tutte in una società che permete alla Chiesa cattolica di dire che l'omosessualità è un oggettivo disordine morale, a certi sedicenti psicolgi che dall'omosessualitò si puà guarire lasciando impuniti disinformatori.
Le cause sono tutte nei media e in tutte le agenzie sociali che disinformano e diffamano.
Come ricorda bene Mary Griffith, la madre di un altro gay suicida, Bobby, il cui discorso lucido, preciso che inchioda ognuno e ognuna di noi alle proprie responsabilità, vi voglio proporre nella versione televisiva Prayer's for Bobby (Usa, 2009) di Russell Mulcahy, interpretata da una magnifica Sigourney Weaver.
Before you echo 'Amen' in your home or place of worship, think and remember... a child is listening.
Non aspettiamo che un ragazzo muoia per zittire chi fa uso e propaganda di una mentalità omofobica. Anche se costui è il papa o il presidente del consiglio.
Le fonti di questo post
huffingtonpost.it
www.queerty.com
www.dailymail.co.uk