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Channel: Elementi di critica omosessuale
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Bagnasco sui matrimoni tra persone dello stesso sesso.

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E mentre i giornali di qualunque orientamento politico e qualunque posizione nei confronti dell'estensione del matrimonio anche alle coppie dello stesso sesso (si, ni, so, no) agitano lo spauracchio delle parole apocalittiche e contrarie del cardinal Bagnasco che parla di baratro (ricordando, se ci fosse da ridere, la signorina Vaccaroni di Avanzi)


è bene leggere quel che il presidente della Conferenza episcopale in Italia ha detto davvero nell'interezza del suo pensiero.

Intanto cominciamo dal contesto in cui questo pensiero (sic!) è stato pronunciato: il convegno Famiglia, risorsa per la chiesa e per la societàche si è svolto sabato sera nel capoluogo ligure, ottavo dei 16 Convegni pubblici regionali promossi dall’Azione Cattolica in preparazione alla prossima Settimana sociale dei cattolici Italiani.

Come riporta il SIR le parole di Bagnasco non esprimono solo metafore di apocalisse o di condanna per i matrimoni gay come sembrerebbe a leggere gli articoli dei principali quotidiani, ma esprime la volontà totalitaria di imporre una religione come valore universale e condiviso andando contro il principio democratico di pensare e vivere diversamente dai precetti della religione cristiana. 
Per Bagnasco è un errore che l'Europa ha dimenticato le proprie radici cristiane, le radici della propria cultura e della propria civiltà. Senza queste radici si varano leggi sbagliate che non sono solo quella del matrimonio tra persone dello stesso sesso ma tutte quelle leggi sulla vita, sulla famiglia, sulla libertà che per Bagnasco stanno dimostrando che non acquistano in termini di una civiltà più umana e solidale ma semmai più individualista e più regressiva.

In un tentativo disperato di negare la realtà della presenza delle famiglie omogenitoriali Bagnasco si permette di dire che
è esperienza universale che la famiglia non è un qualcosa che lo Stato o l'autorità abbia mai inventato (...) lo Stato ha sempre riconosciuto questa realtà, questo valore etico, spirituale, e culturale della famiglia come la nostra Costituzione molto bene riconosce.


E' strano che proprio Bagnasco affermi questa semplice constatazione proprio  quando la posizione della chiesa in tutti i casi di conflittualità tra libertà democratica e teocrazia totalitaria attesta che sia sufficiente il divieto per legge per impedire che certi comportamenti o certe pratiche vengano compiute. Prendiamo il caso dell'aborto.
La 194 non creò una possibilità che fino a quel momento non c'era, al contrario intervenne  per controllare una situazione endemica di aborti clandestini tutelando prima di tutto la salute delle donne.
La stessa cosa vale per l'estensione del matrimonio anche alle persone dello stesso sesso.
Se la legge deve essere fatta non è per aprire a una possibilità della quale fino ad ora non c'era l'esigenza o la necessità ma, al contrario, per tutelare tutte quelle coppie di fatto con o senza prole che in Italia già esistono e non hanno alcuna tutela o riconoscimento legali.

Lo hanno detto anche la Corte Costituzionale e la Corte di Cassazione.

Il Baratro di cui parla Bagnasco non è solo quello del matrimonio gay ma ben più in generale quello dell'autodeterminazione dell'uomo (e della donna)
Nella nostra società, ha detto ancora il cardinale, siamo di fronte ad "una inversione per cui la grande capacità di fare che l'uomo ha assunto grazie alla tecnica - questo è in sé un dato positivo - sta diventando la volontà, la pretesa di fare sé stesso". Ma "quando l'uomo, dal poter fare grazie alla scienza, alla tecnica e alla ricerca, pretende poi di fare sé stesso a piacimento, vuol dire che siamo vicino al baratro".
L'uomo non può fare se stesso  e quindi non può decidere della sua vita come della sua nascita o della sua morte.
E' dio a decidere su questi momenti importanti della vita delle persone, dio, cioè l'incarnazione totalitaristica sadica e tanatofila della più pericolosa religione del pianeta l'unica che  offre ai suoi accoliti il sangue e il corpo del figlio del proprio dio come promessa di resurrezione, nel proprio corpo, per la vita eterna.

E' ora che a questa cultura di morte, sadica e patriarcale, maschilista fin nel midollo e sessuofoba, vengano tolti tutti i privilegi di cui gode in Italia e rimanga come associazione privata e che pur discriminando e non ritenendo tutti uguali non viene cancellata in nome di una democrazia vera (purtroppo c'è la Costituzione) ma che almeno non gode più del sostegno e del prestigio dello Stato italiano che dovrebbe trattare la storiella di Maria vergine prima durante e dopo il parto di Gesù sulla falsariga delle idee di scientology o degli ufo o della parapsicologia.

Il vero baratro è quello su cui si trova una chiesa ormai completamente immersa nella lotta per il mantenimento dei propri privilegi.
Il matrimonio tra persone dello stesso sesso può essere una testa di ariete che sfonda le porte della città di dio e fa piazza pulita di una ideologia venefica per tutte le donne e tutti gli uomini.

Vive Christiane Taubira!

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Un parlamento del genere in Italia evidentemente non ce lo meritiamo proprio

Le inesistenti aperture del vaticano alle coppie gay: cosa non si fa per dare in pasto agli elettori del Pd l’immagine di un Vaticano amorevole coi froci.

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Ieri 4 Febbraio si è tenuta presso la Sala Stampa della Santa Sede la conferenza stampa sul tema "Da Milano a Philadelphia: le prospettive del Pontificio Consiglio per la Famiglia. Presentazione degli Atti di Milano 2012" presieduta da Mons. Vincenzo Paglia, Presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia.

L'intervento Di Paglia, in linea con le posizioni del Vaticano  sulla famiglia è consultabile online sul sito ufficiale della santa sede e sul nuovo sito dedicato alla famiglia.

Nel suo intervento Paglia ha difeso la famiglia smentendo chi ne vedeva la sua fine.
Negli anni Settanta si affermava la "morte della famiglia" e il cammino verso una società "senza padre". Certo, sono molti i problemi che riguardano il matrimonio e la famiglia, ma non dobbiamo dimenticare, dati alla mano, che la famiglia resta ancora oggi la "risorsa" fondamentale delle nostre società. 
Forse sarebbe il caso di ricordare a  Paglia che la morte della famiglia cui fa riferimento nel suo intervento è il titolo di un libro di David Cooper pubblicato in Italia da Einaudi nel 1972, nel quale l'antipsichiatra
individuava nella famiglia di quegli anni, tra le altre cose, una delle strutture atte a produrre la "normalità" e le basi del conformismo.

In Italia nel 1972 la famiglia era ancora quella del codice civile del 42 che vedeva nell'uomo il padre-marito cui erano gerarchicamente sottoposti madre e figli legittimi gli unici a godere della tutela giuridica nella trasmissione del cognome e del patrimonio di famiglia a differenza di quelli illegittimi nati cioè al di fuori del matrimonio.

Bisognerà aspettare il 1975 per un cambiamento del diritto di famiglia che equipara giuridicamente i coniugi senza più alcuna differenza tra uomo e donna.

E' il caso di ricordare che solo grazie a due sentenze della Corte Costituzionale tra il 1968 (sentenza n. 126 del 19 dicembre 1968 illegittimità del primo e del secondo comma) e 1969 (sentenza n. 147 del 3 dicembre 1969 illegittimità del terzo e del quarto comma) verrà abrogato l'articolo 559 del codice penale che puniva l'adulterio della donna e non quello del marito.
La moglie adultera è punita con la reclusione fino a un anno.
Con la stessa pena è punito il correo dell’adultera.
La pena è della reclusione fino a due anni nel caso di relazione adulterina.
Il delitto è punibile a querela del marito.
Bisognerà aspettare il 1981 per l'abolizione con apposita legge (442 1981) di tre articoli del codice penale.
Il 544 che ammetteva la possibilità di estinguere il reato di violenza carnale anche ai danni di una minorenne, con il matrimonio riparatore, tra stupratore e stuprata.
La violenza sessuale era allora considerata un'offesa alla morale e non alla persona. Lo diverrà solamente nel 1996 con la legge n° 66.

il 587 sul delitto delitto d'onore* e 592 (Abbandono di un neonato per causa di onore).

La nuova famiglia si avvale del divorzio, grazie a una legge del 1970 ratificata dall'insuccesso del referendum abrogativo del 1974, e dalla legge sull'interruzione volontaria della gravidanza, de 1978, anch'essa ratificata dall'insuccesso del referendum abrogativo del 1982.

Insomma la famiglia di oggi è ben diversa da quella che negli anni 70 da più parti ci si auspicava di vedere sconfitta e distrutta.

La famiglia di oggi ha più di un modello, coppie coniugate o libre, di sesso diverso o dello sesso sesso con figli o senza figli ovvero con figli cresciuti da un solo coniuge (famiglie monogenitoriali). Non che 40 anni fa famiglie ufficiose non esistessero ma all'epoca le ragazze madri le donne divorziate (o più blandamente separate) davano scandalo, oggi nessuno si scandalizza più se una donna ha prole fuori dal matrimonio o la cresce senza un uomo accanto ovvero accanto a un uomo che non è il padre biologico della prole.

Insomma la famiglia di oggi è meno maschilista e più egualitaria di quella di allora. Non per Puglia che così definisce il matrimonio su cui la famiglia si fonda ed è riconosciuta come tale.
(...) il bisogno di famiglia è iscritto nel cuore dell’uomo fin da quando Dio disse: "Non è bene che l’uomo sia solo, facciamogli un aiuto che gli sia simile"(Gn 2,18). Adamo era vivente, anzi appena creato, eppure gli mancava qualcosa di vitale, appunto una compagna, una compagnia. L’uomo, da solo, è niente: per lui tutto si gioca nell’interdipendenza, senza di essa non si esiste e non si è liberi.
La donna è un aiuto per l'uomo fattogli da dio.  A voi non viene da vomitare? A me sì.
Per Puglia l’autonomia individuale dell'uomo (sessisticamente usato anche come sinonimo di donne), ove l’io prevale sul noi, il singolo sulla società, e quindi i diritti dell’individuo su quelli della famiglia (...).


In una società sempre più individualizzata è diventato facile – troppo facile - mettere in discussione sia il matrimonio che la famiglia, magari allargandone a tal punto il significato da far scomparire lo stesso significato dei termini. In effetti, si arriva a non riconoscere più nel matrimonio la radice della famiglia e in quest’ultima il fondamento della società
E' interessante l'inversione di prospettiva della famiglia la cui volontà di accedervi tramite il matrimonio viene vista non come la testimonianza di una voglia di famiglia rinata e diffusa ma come destabilizzazione della stessa.


Paglia rileva come
I dati statistici [senza citarne la fonte] sono unanimi nel rilevare che la famiglia si colloca al primo posto come luogo di sicurezza, di rifugio, di sostegno per la propria vita, e resta in cima ai desideri della stragrande maggioranza dei giovani. In Italia, ad esempio, circa l’80% dei giovani dichiarano di preferire il matrimonio (civile o religioso che sia), solo il 20% opta per la convivenza. Di questo 20% sembra che solo il 3% consideri la convivenza una scelta definitiva, l’altro 17% la pensa transitoria in attesa del matrimonio. E in Francia, i sondaggi rilevano che il 77% desidera costruire la propria vita di famiglia, rimanendo con la stessa persona per tutta la vita. La percentuale arriva all’84% per i giovani dai 18 a 24 anni.
Il neretto è mio.

Insomma tutti hanno voglia di famiglia e di matrimonio ma le coppie dello stesso sesso non possono accedervi.
Nelle diverse epoche storiche ci sono state trasformazioni talora anche profonde nell’istituto familiare, mai però è venuto meno il suo "genoma", la sua dimensione profonda, ossia essere una istituzione formata da uomo-donna e figli.
(...)

Si tratta di liberare il matrimonio e la famiglia da quella che chiamerei l’autosufficienza dei propri sentimenti. Non si possono togliere i confini assimilando il matrimonio e la famiglia a qualsivoglia forma di affetto. Né basta volersi bene per giustificare il matrimonio. Vanno poi smascherate le scelte sbagliate vestite di ragionevolezza. Si ritiene ad esempio che è impossibile pensare alla fedeltà matrimoniale "per sempre". Mi chiedo: perché si può dire for ever per la propria squadra di calcio e non per la propria moglie o il proprio marito? Evidentemente qualcosa non funziona. E che dire poi della consuetudine, non importa se voluta o imposta, della scelta di avere solo un figlio? Fra qualche anno: che ne sarà del termine "fratello" o "sorella"? E se passa la dizione "genitore A" e "genitore B"; mi chiedo: qual è la prima parola che i genitori si aspettano che il bambino dica?
Parole misuratissime nelle quali però emerge chiaramente l'idea antropologica del matrimonio (civile o religioso che sia) per il vaticano.

Per farcene un'idea basta leggere uno dei documenti del sito familia.va
La pastorale della famiglia in tempo di secolarizzazione
relazione di del Card. Ennio Antonelli Arcivescovo emerito di Firenze, nel quale si può leggere un attacco a tutte le famiglie etero diverse da quella ancora intatta e biologica, di cui ho già avuto modo di parlare.



Nella relazione Antonelli cita il libro di Paolo Donati (a cura di) Famiglia risorsa della società Il Mulino, Roma 2012.


Il libro è uno studio scientifico realizzato da un gruppo di esperti sociologi, coordinato dal Prof. Pier Paolo Donati dell’Università di Bologna. Comprende una ricerca di sfondo sui numerosissimi dati statistici raccolti e pubblicati in varie nazioni, quindi già a disposizione, e una nuova ricerca, compiuta in Italia nel periodo marzo-aprile 2011 su un campione di tremila e cinquecento persone adulte (dai trenta ai cinquantacinque anni) (...).

La nuova ricerca mette a confronto quattro situazioni familiari (o
parafamiliari):
l’assenza della coppia uomo-donna (singles; famiglia monoparentale);
la coppia senza figli (eterosessuale o omosessuale);
la coppia uomo-donna con un solo figlio;
la coppia uomo-donna con due o più figli.

Il quarto modello è la famiglia normale: coppia unita in matrimonio e aperta alla procreazione.
Esso risulta essere il più soddisfacente per i coniugi e il più vantaggioso per la società (ricambio generazionale e migliore
formazione del capitale umano), a motivo della maggiore ricchezza di beni relazionali e nonostante la minore disponibilità media di risorse economiche, dovuta alla penalizzazione ad opera sia del mercato che dello Stato.
Sebbene il quarto modello sia di gran lunga il più desiderato dalla gente (giovani compresi), viene realizzato solo nel 40% delle case, perché non solo non riceve sostegno, ma viene penalizzato. Ciò fa prevedere gravissimi squilibri economici, sociali e culturali in un futuro abbastanza vicino.
La ricerca smentisce i tanti studiosi che di solito danno per scontato che il cambiamento (crisi del matrimonio, denatalità, pluralismo delle forme familiari) corrisponda alle aspirazioni della gente e perciò sia irreversibile e che le varie forme di far famiglia siano equivalenti per il futuro della società e per l’educazione dei figli.
Invece la ricerca conferma i risultati di molte precedenti indagini in vari paesi del mondo, dalle quali di solito si evita di trarre le logiche e doverose conclusioni per le politiche familiari e per la formazione dell’opinione pubblica.
Nel libro quei risultati sono presi in considerazione in riferimento
alla relazione di coppia e in riferimento ai figli.
Il matrimonio rende la coppia più stabile: due volte più della convivenza con figli; sei volte più della convivenza senza figli (Francia).
Comporta una migliore situazione finanziaria (guadagno mediamente più alto rispetto ai singles [sic] dal 21% al 24%), mentre la separazione dei coniugi impoverisce sia la donna che l’uomo e va a gravare sulla spesa pubblica (sussidi).
Il matrimonio favorisce la vita ordinata, la prevenzione delle malattie, la buona salute, con conseguente alleggerimento della spesa per sanità e assistenza.
Riduce la criminalità maschile del 35% e l’uccisione delle donne
di nove volte rispetto alle convivenze (USA).
Produce maggiore soddisfazione e benessere psichico (16 nazioni su 17 prese in esame).
La coppia uomo-donna uniti in matrimonio è l’ambiente più idoneo per la procreazione e l’educazione dei figli.
In USA i figli cresciuti senza la figura paterna costituiscono il 90% dei senza fissa dimora, il 72% dei giovani omicidi, il 63% degli abusati sessualmente, l’85% dei giovani in carcere.
In Francia i figli dei genitori separati sono il 95% dei collegiali, l’80% dei ricoverati in psichiatria, il 50% dei tossicomani. In generale, i figli che crescono con un solo genitore hanno doppia possibilità di delinquere rispetto a quelli che crescono con ambedue i genitori.
Il 25% dei figli di genitori divorziati non riesce a guarire dal trauma della separazione e a rientrare nella media di adattamento sociale e di rendimento scolastico degli altri ragazzi.
Se si guardasse alla famiglia dalla prospettiva dei figli, cambierebbero la percezione e la valutazione di questioni come il divorzio, la procreazione artificiale, la pretesa al matrimonio e all’adozione da parte degli omosessuali [solo gli uomini le donne non contano], la corsa alla carriera professionale, l’organizzazione del lavoro, l’impiego del tempo, la celebrazione della festa.
Un attacco totale alle donne e agli uomini e a tutte le famiglie non del quarto tipo.

Sul sito del Mulino si trova uno schema ancora più pieno di luoghi comuni dei dati sciorinati da Paolo Donati.




Dove si nota che il secondo gruppo non annovera affatto le coppie di fatto dello stesso sesso.
Da notare le condizioni sociali la famiglia di provenienza e l'orientamento politico delle famiglie di secondo tipo da luogo comune dei luoghi comuni.

Insomma la chiesa considera famiglie naturale (giocando semanticamente su quell'aggettivo contenuto nella nostra Costituzione all'articolo 29 (La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio) dove naturale non ha il significato comune di unico conforme a una ideologia o religione o etica, propri come fa Antonelli quanto definisce il quarto gruppo di famiglie del libro quella naturale.  Il significato è un altro, naturale è cioè
inteso come dato pregiuridico, che il diritto positivo si limita appunto a riconoscere. La famiglia è un dato sociologico, che la costituzione non crea ma si limita a tutelare (Marco Balboni
La famiglia e l’art. 29 della Costituzione: alcune riflessioni)
Di tutto questo discorso però la stampa non fa menzione preferendo soffermarsi solamente sulle domande che i giornalisti presenti alla conferenza hanno fatto a Paglia.

Interrogato su altri tipi di unione, mons. Paglia ha risposto che questo “è un terreno che la politica deve percorrere con estrema chiarezza, perché il crocevia della società è l'intreccio delle generazioni avviene nel cuore delle famiglie”.
Più nello specifico, parlando di unioni omosessuali, il vescovo ha ricordato “la pari dignità di tutti, poiché tutti sono figli di Dio”, ma al contempo ha ribadito che “la famiglia è formata da un uomo e una donna” e che “non si può chiamare matrimonio un’unione giustificata solo dall'affetto”.
“Se cinque uomini hanno affetto l’uno per l’altro, o se un padre ha affetto per sua figlia, questo non può essere considerato matrimonio” ha detto. Quindi, ha soggiunto,“il rispetto della verità non richiede l'abolizione delle differenze né un egualitarismo malato che abolisce ogni differenza”. (Zenit.org)
Paglia gioca di furbizia perchè fa due esempi  che toccano due divieti presenti in tutte le legislazioni anche dei paesi che hanno esteso il matrimonio anche alle persone dello stesso sesso: la poligamia e l'incesto.
Il matrimonio «è unicamente quello tra un uomo e una donna». E a dirlo «non c’è solo la Chiesa, ma anche la Costituzione italiana».
Bugia, visto che  l'articolo 29 della nostra Costituzione non parla espressamente di uomini e donne**
Esiste poi «l’arcipelago delle altre convivenze non familiari», per le quali «è bene che si cerchino soluzioni patrimoniali e nel diritto privato». E questo «senza nulla togliere alla uguale dignità di ogni essere umano».

(...)
non dobbiamo pensare che il matrimonio sia giustificato solo dall’affetto: l’autosufficienza del sentimento non giustifica da solo il matrimonio. Certo, c’è anche l’amore, ma esso ha una struttura pubblica che non può essere allentata. Se poi ci sono diritti individuali da garantire, è bene percorrere altre strade». «Solamente l’uomo e la donna – ha aggiunto monsignor Paglia – possono dar luogo a una famiglia. Gli altri affetti non giustificano il matrimonio, perché quest’ultimo implica generatività. Se per matrimonio intendiamo qualunque affetto, allora abbiamo distrutto tutto e a perderci siamo tutti». (...)
La verità, ha aggiunto, «non richiede l’abolizione delle differenze o una sorta di egualitarismo malato, altrimenti apriamo la strada al diritto al figlio. Ma che siamo al supermercato? Il figlio è anche un dono, non è mica un frutto matematico di due files che si incontrano».
Paglia, ha già anticipato queste considerazioni una intervista del giorno prima della conferenza stampa a radio vaticana.

Ora, ad esempio l’adozione dei bambini da parte degli omosessuali, porta il bambino ad essere una sorta di merce, cioè: come ho diritto a questo, ho diritto anche a quell’altro. In realtà, il bambino deve nascere e crescere all’interno di quella che – da che mondo è mondo – è la via ordinaria, cioè con un padre e una madre. Il bambino deve crescere in questo contesto. Ora, purtroppo, accade in effetti che a volte ci siano situazioni drammatiche, ma attenzione: la patologia è una cosa, e inficiare questo principio è pericolosissimo, per il bambino anzitutto, ma per l’intera società. (...)

(...)  L’uguaglianza è una cosa, il rispetto della diversità è altro perché proprio per avere un’uguaglianza robusta è necessario rispettare le diversità. Che tristezza sarebbe un mondo tutto grigio! Grazie a Dio, c’è l’arcobaleno che ha, appunto, una serie di colori che fanno la luce.
(...) 
In questo senso, la teoria del gender che appunto vuole dire che le differenze – lo diceva il Papa nel saluto alla Curia – sono solo frutto della cultura, è veramente non saper leggere la realtà nella quale viviamo. Che l’uomo possa ovviamente aiutarsi e promuovere la cultura, è un conto; ma a scapito della natura? Perché allora – mi chiedo – siamo tanto solerti nel combattere le manipolazioni nella natura, a proposito di ecologia e di ambiente, e siamo invece così poco attenti alle manipolazioni all’interno dell’antropologia? Non è che questo è invece un piegarsi all’individualismo absolutus, appunto, alla crescita di un ‘io’ senza più nessun legame? E questo è, purtroppo, a mio avviso il rischio che stiamo correndo.
(...) In effetti, gli ultimi “no” che ancora un po’ resistono sono quelli alla poligamia e all’incesto: ma resistono ancora per quanto? E li stiamo già intaccando per una dittatura dell’‘io’ che certamente come prima conseguenza ha la distruzione della famiglia e poi della città, della società e del concerto delle nazioni. Ecco perché la Chiesa, conoscendo – lei, esperta in umanità – la forza anche sociale e antropologica della famiglia, la difende in ogni modo: perché ama l’uomo, ama la donna, ama tutti, e non vuole che venga distrutta la culla dove nasce e si irrobustisce la stessa società.
Ritornando alla conferenza stampa Paglia ha concluso riferendosi alla legge sull'estensione del matrimonio in Francia

«Se un’importante autorità governativa – ha commentato – dice che con una legge approvata dalla maggioranza si vuole cambiare la civiltà, è evidente che si nasconde qualcos’altro». «Onore, dunque, ai vescovi francesi» che hanno avuto «il coraggio di aprire un dibattito e sono a loro volta rimasti sorpresi dalle adesioni di altri, compreso il Gran Rabbino, uomini di cultura per nulla credenti, i rappresentanti dei luterani e dei musulmani francesi. È questa la via: dobbiamo tornare a pensare, prima di decidere per altri motivi».

Infine monsignor Paglia ha tenuto a precisare che per la Chiesa «tutti gli uomini hanno pari dignità», qualunque sia il loro orientamento sessuale. E ricordando che nel mondo ci sono più di 20 Paesi in cui l’omosessualità è un reato ha invitato a fare il possibile per eliminare simili discriminazioni. (Avvenire Paglia: «Il matrimonioè tra uomo e donna»)
Purtroppo Repubblica e il fatto quotidiano seguiti a ruota dai siti e della agenzie stampa che hanno male riportato la notizia anche all'estero hanno parlato di Apertura della chiesa alle coppie gay.

Come ha ben notato Michele Darling nel suo blog
La sedicente apertura conisterebbe – badate bene – in contratti di diritto privato che non garantirebbero altro che quei pochi diritti, in vario modo, già garantiti grazie allo straordinario lavoro di avvocati e giuristi. Non si tratta di un riconoscimento, bensì di una ricognizione di diritti che sono stati già accertati dai Tribunali! Si tratta di una banale scrittura privata!
Una posizione cui la chiesa non è nuova, come ricorda Michele alla fine del suo post dove propone un florilegio di articoli*** dal 2007 in poi. Prosegue Michele
Non è vero, com’è scritto nel sensazionalistico titolo e ribadito nel testo (perfino con un virgolettato che, in reatà, non è stato mai pronunciato), che la Chiesa apre ai “diritti delle coppie“. Le cd. “soluzioni di diritto privato“, infatti, non riguardano le coppie! Ma solo i diritti individuali di chi si ritrova a convivere. Ripeto: non c’è affatto il riconoscimento di un’unione tra due persone, ma solo la ricognizione di diritti di singoli individui che – per una qualunque ragione, affettiva o amicale – si trovano sotto lo stesso tetto.
C'è un ultimo punto dolente in tutto questo discorso di cui nessuno sembra accorgersi e che solo Michele Darling nota con lucida precisione  che quando Paglia si dice contrario alla criminalizzazione delle persone omosessuali nel mondo, l'articolo di Repubblica non ricorda
al lettore che è proprio il Vaticano ad essersi opposto alla depenalizzazione dell’omosessualità in sede Onu. È cioè anche colpa del Vaticano se – come dice l’esponente del Vaticano – “in oltre venti paesi l’omosessualità è ancora perseguita come un reato“. Con quale coraggio dicono di essere contrari alla criminalizzazione dell’omosessualità? Con quale coraggio Repubblica fa passare come un dato non controvertibile quest’affermazione?
Cavolo, cosa non si fa per dare in pasto agli elettori del Pd l’immagine di un Vaticano amorevole coi froci.
Conclusione degnissima che ho ripreso come titolo del mio post. Spero Michele non me ne voglia.

Insomma questo paese ha un problema di democrazia incontenibile e irredimibile. Non possimaomettere in disucssione ogni singola virgola che vien scritta da questo o quel gironale eppure se vogliamo davvero capirci qualcosa siamo obbligati a farlo. Che Repubblica fosse un giornale di merda lo si sapeva già da tempo ma che per fare propaganda al PD  arrivi a dire il falso beh la dice lunga sugli italiani le italiane il giornalismo e il paese intero.

note

*Chiunque cagiona la morte del coniuge, della figlia o della sorella, nell'atto in cui ne scopre la illegittima relazione carnale e nello stato d'ira determinato dall'offesa recata all'onor suo o della famiglia, è punito con la reclusione da tre a sette anni. Alla stessa pena soggiace chi, nelle dette circostanze, cagiona la morte della persona, che sia in illegittima relazione carnale col coniuge, con la figlia o con la sorella. Se il colpevole cagiona, nelle stesse circostanze, alle dette persone, una lesione personale, le pene stabilite negli articoli 582 e 583 sono ridotte a un terzo; se dalla lesione personale deriva la morte, la pena è della reclusione da due a cinque anni. Non è punibile chi, nelle stesse circostanze, commette contro le dette persone il fatto preveduto dall'articolo. 

**[l'articolo 29] non limita l’istituto del matrimonio a persone di sesso diverso. In questo senso, i nostri costituenti, già nel 1945, si sono comportati in modo molto diverso dai costituenti di altri paesi affini al nostro che invece specificavano espressamente che i coniugi dovessero essere di sesso diverso (e che per questo, in anni più recenti, si sono trovati di fronte a difficoltà maggiori di quanto non presenti il nostro testo costituzionale). Naturalmente, sarebbe inutile sostenere che i padri fondatori della nostra costituzione avessero in mente l’eventualità di estendere il matrimonio anche a persone dello stesso sesso o all’eventualità che in un futuro si sarebbe posto al legislatore ordinario questo problema. Essi, semplicemente, non hanno specificato l’esigenza della diversità di sesso perché per essi era naturale che il matrimonio fosse possibile soltanto tra persone di sesso diverso.
(Marco Balboni  La famiglia e l’art. 29 della Costituzione: alcune riflessioni)



***

  • (Aprile 2007) Mons. Fisichella: “Non vi può essere equiparazione tra la famiglia e altri tipi di unione, poi sta al legislatore trovare, nel diritto privato, le forme necessarie per evitare discriminazioni
  • (Marzo 2007) Comunicato Conferenza Episcopale Italiana: “Siamo consapevoli che ci sono situazioni concrete nelle quali possono essere utili garanzie e tutele giuridiche per la persona che convive. A questa attenzione non siamo per principio contrari. Siamo però convinti che questo obiettivo sia perseguibile nell’ambito dei diritti individuali, senza ipotizzare una nuova figura giuridica che sarebbe alternativa al matrimonio e alla famiglia
  • (Marzo 2009) Mons. Golser di Bolzano: “[le coppie gay] avranno sicuramente bisogno di una qualche tutela giuridica, che però non può essere definita matrimonio. Penso a un tipo di tutela individuale
  • (Agosto 2012) Bagnasco: “Nessun vuol negare i diritti individuali: assolutamente no! Ma il matrimonio è un’altra cosa

Frocio dimettiti! Scritta omofoba al liceo Tacito di Roma

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Pietro, 15 anni, gay dichiarato, moro, occhi nocciola, piercing sotto al labbro, rappresentante al Consiglio di istituto della sua scuola il Liceo Classico Tacito, eletto con più di 300 voti,  vicino a SeL Lunedì mattina ha trovato la scritta frocio dimettiti ! seguito dal una croce celtica, fatta con una bomboletta spry nera sul muro esterno della scuola.




Come ha detto anche la preside del Liceo il messaggio che vuole trasmettere quella scritta è che i gay non devono stare nelle istituzioni. Un messaggio gravissimo anche perchè oltre a Pietro attacca le rappresentanze democratiche giovanili.

La scritta è stata rimossa stamattina dall’Ufficio Decoro Urbano di Roma Capitale.

Pietro nelle dichiarazioni riportate dai giornali sembra vere le idee chiare

«Non fatemi passare per una vittima, perché io sono un ragazzo forte. Sono uno tosto che non si fa mettere i piedi in testa da nessuno. Evidentemente chi ha fatto questa scritta non ha avuto il coraggio di insultarmi di persona e ha preferito sfogarsi vigliaccamente sui muri della scuola, pensando che nessuno potesse vederlo».

«Forse [è stato] qualcuno della scuola, anche se in realtà non ho mai avuto litigi con nessuno qui. A volte ho avuto dei confronti ma sempre su questioni politiche, mai personali».
«Sono solo degli stupidi che pensano che in un liceo non possa esserci un rappresentante gay. Io poi non ho mai avuto problemi a parlare della mia omosessualità e se devo essere onesto questo gesto non mi ha fatto né soffrire né intimorire. All’inizio avevo deciso di fregarmene, poi però ho capito che era importante parlarne, per fare capire ad altri ragazzi, magari vittime di bullismo, che non bisogna avere paura. Perché ci sono miei coetanei che per gli insulti di qualche deficiente ci hanno rimesso la vita».(Repubblica)

Sono tanti gli omosessuali che ancora oggi vengono discriminati e che, non avendo l'appoggio di amici e famiglia di cui godo io, sono costretti a nascondersi. Io sono fortunato e anche per questo ho deciso di raccontare la mia storia per sensibilizzare l'opinione pubblica su un problema, quello dell'omofobia, che spesso viene sottovalutato".(tg com che purtroppo usa l'espressione diritti dei gay)

Non ci sono orrori stavolta negli articoli che riportano la notizia.

Su Repubblica preside e docenti si affrettano a dire che il Tacito non è un liceo omofobo e che le scritte non vengono dall'interno dell'istituto ma dall'esterno:

Con il bullismo non c'entra nulla, da noi c'è un clima disteso e aperto. Penso sia opera di esterni, le lotte tra scuole purtroppo esistono e anche episodi simili come le aggressioni e gli insulti che hanno colpito il Manara o il Giulio Cesare. Non so se le elezioni fomentino le violenze, ma Prati è piena di celtiche e svastiche che andrebbero rimosse".

Non è la prima croce nera sui muri del Tacito: altre scritte, oggi rimosse, portano la firma di organizzazioni di estrema destra con sede in Prati.
Anche Arduino Maiuri e Andrea Basini, professori del Tacito, difendono la scuola: "Teniamo corsi sull'omosessualità nel mondo antico e abbiamo un bel rapporto con i ragazzi. Quest'atto deprecabile e odioso non c'entra nulla col nostro liceo". E di P. la preside Mori aggiunge: "Ha reagito benissimo, ha una bella famiglia alle spalle.
Lorenzo De Cicco su Messaggero invece comincia con l'escamotage dell'attribuire a Pietro un nome fittizio secondo una retorica terribile di proteggere la vittima da chissà quale infamia
Si chiama Giovanni, il nome è di fantasia, ha quindici anni ed è gay.
Ma poi più avanti, a Lorenzo gli scappa il nome vero...
La scritta potrebbe essere di un gruppo fascista, data la celtica, ma Pietro non ha idea di chi possa essere stato.

Ma io non dimentico: sull'articolo di Feltri Su una questione di libertà il sesso non fa differenza.

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Ieri Vittorio Feltri ha scritto un articolo che ha fatto basire molti e molte per i suoi contenuti apparentemente gayfriendly.
L'articolo fa da pendant con uno di Lallo lulli di tutt'altro tenore ma a ben vedere la sostanza dei due articoli tanto feiendly non è.

Nella pars construens del discorso di Feltri dice in soldoni che non ci sono ragioni per opporsi al matrimonio tra persone dello stesso sesso né di impedire loro di adottare dei figli.

Nella chiusa dell'articolo Feltri ricorda come
la società può essere laica o religiosa, ci mancherebbe: ma lo Stato de­ve essere laico. Altrimenti è eti­co. E dove sta scritto che la tua etica è migliore della mia?
A ben leggere l'articolo e nemmeno tanto tra le righe , anzi, si capsce qperò come questa mezza apertura all'estensione del matrimonio e alle adozione per per coppie dello stesso sesso sia un modo per Feltri per mettere comunque dei paletti  alla questione.

1)  i matrimoni tra gay e la cittadinanza ai figli degli im­migrati sono, sì, problemi da ri­solvere, ma non possono esse­re considerati priorità come, in­vece, si legge nel programma del Partito democratico.

La stessa cosa affermata da Monti e tanti altri uomini e, ahiloro, donne politiche, che è una sciocchezza perchè la mancanza del riconoscimento di diritti degli stessi diritti di tutti e di tutte non di diritti gay come da più arti si legge in questi giorni di campagna elettorale, è una questione sempre importante per una democrazia da risolvere al più presto e sempre vieppiù in momenti di crisi quanto la società deve rinsaldarsi nei suoi principi democratici. I diritti non sono accessori e in fatto i priorità non possono essere secondi a nient'altro, mai.
2) sono sicuro che, pre­sto o tardi, anche l’Italia si alli­neerà agli altri Paesi europei, cosicché nella nostra legislazio­ne entrerà di diritto il matrimo­nio fra omosessuali.
Dove Feltri, ma è in buona compagnia, si riferisce all'estensione del matrimonio tra persone dello stesso sesso come a matrimonio tra gay confondendo oreintametno sessuale con genere, visto che è il genere e non l'oreintamento a dirimere la questione come ho spiegato già fino alla nausea su questo blog: due persone omosessuali si possono sposare basta che siano di sesso diverso, e d'altronde non tutte le persone dello stesso sesso che si sposano sono omosessuali ci sono anche le persone bisex. Anzi col matrimonio si finisce di distinguere le persone in base all'orientamento sessuale e si constata semplicemente l'assortimento sessuale della coppia


Se non vi piace chiamare matri­monio quello fra due maschi o due femmine, chiamatelo co­me preferite, anche peppino, purché la sostanza sia la stessa. Eredità, reversibilità della pen­sione, assistenza sanitaria ecce­tera: o sono per tutti o per nessu­no.
Dove si riduce l'importanza del matrimonio semplicemente ai vantaggi (e agli oneri che qui mancano) accessori.
Il punto centrale dell'estensione del matrimonio che e non può che essere lo stesso matrimonio - stessi diritti con lo stesso nome come recitava lo slogan Venezuelano di un paio di anni fa -  è il riconsocere alle coppie dello stesso sesso la stessa dignità di quelle di sesso diverso, una coppia che contribuisce alla crescita e allo sviluppo della società.
Si trattasse solo dei vantaggi economici basterebbero i diritti per i singoli come vuole la chiesa e tutta la destra omofoba maschilista e reazionaria.

La dignità di famiglia la dà solamente il matrimonio che non deve essere certo un obbligo e infatti va di pari passo affrontata anche la questione delle coppie di fatto ma chi vuole deve potersi sposare.

3) La parificazione comporte­rebbe un onere insostenibile per il welfare? Non scherzia­mo. I gay che si sposerebbero sa­rebbero pochissimi. Essi infatti sono trasgressivi per definizio­ne e non penso siano smaniosi di tuffarsi nel più conformisti­co degli istituti, il matrimonio appunto, che ha regole asfis­sianti per chiunque, figuriamo­ci per loro, abituati fin dalla gio­vane età a costumi elastici.
Bel tentativo di dire in maniera educata che le persone omosessuali sono meno propense alla monogamia e alla stabilità di coppia. Come se i vari Casini e Berlusconi e Fini non fossero tutti quanti risposati per tacere dei festini berlusconiani.
Una discriminazione basata su un luogo comune e su un pregiudizio. I farfalloni e le farfallone esistono tra tutti gli uomini e le donne qualunque sia il loro orientamento sessuale.

4) Statistica­mente il rischio di sbagliare nel tirare su la prole è pari per gli etero e per gli omo. Suvvia, smettiamola di consi­derare l’attitudine sessuale dei genitori come determinante per la riuscita nella vita dei ra­gazzi.
A parte il solito sessismo che  usa il maschile anche per indicare il femminile ecco ridotte le omosessualità a una attitudine sessuale: come se per scopare ci fosse o fare (o adottare) prole ci fosse bisogno del matrimonio.

L'omosessualità, proprio come gli altri due orientamenti sessuali, non è solamente una questione di sesso quello per il quale tanti e tante vorrebbero relegarci in camera da letto perchè fuori da essa ci percepiscono come esibizionisti. Essereomosessuali significa non solamente fare l'amore (o sesso) con persone del proprio sesso ma anche amare, e provare affinità spirituale per loro.

Ci sono altri dettagli nel suo articolo da sviscerare ma questi possono bastare. Gli altri se volete potete leggerli nell'articolo integrale.

Insomma mi sembra che le vere intenzioni di Feltri siano le stesse di repubblica dall'altra parte della barricata, quello di irretire le persone omosessuali facendo credere loro che sullo stigma si stia aprendo una breccia. Spero che nessuno cada in questo tranello tanto evidente quanto patetico ma non per questo meno pericoloso.

E non c'è bisogno di scomodare l'ignobile campagna denigratoria contro Boffo nel 2009 che è costata a Feltri 6 mesi di sospensione dall'ordine dei giornalisti di Milano e 3 da quello nazionale dove ci si riferisce all'omosessualità chiamandola una debolezza ricorrente, bastaleggere quel che Feltri ha scritto in passato.
Un anno fa si esprime contro la legalizzazione delle coppie di fatto che reputa non necessaria con l'argomentazione ridicola e strumentale che nelle città in cui c'è un registro comunale pochi se ne sono avvalsi (senza ricordare che non trattandosi di una legge dello stato ha solamente un valore amministrativo locale e casomai corrobora l'idea che non è per i diritti di successione che ci si vorrebbe sposare...).

Più di recente il 3 marzo del 2012 Feltri scrive
Entrando nel merito del matri­monio gay, vi sono argomenti va­lidi per bocciarlo. Ma tutti legati a una visione antica della socie­tà, quando questa era impostata secondo criteri che non hanno più riscontro nella realtà: l’esi­genza di un contratto matrimo­niale con tre protagonisti, l’uo­mo, la donna (in grado di procre­are) e lo Stato, che utilizzava i fi­gli per la leva obbligatoria, men­tre ora li spreme solamente a fi­ni fiscali.
Le nozze omo adesso vengo­n­o invocate per assicurare l’assi­stenza, la reversibilità della pen­sione, l’assegnazione di case po­polari. È una faccenda di welfa­re. A ciò si può essere ostili o no. Parlo a titolo personalissimo e non con la pretesa di essere per­suasivo: i gay desiderano sposar­si? Prego, s’accomodino. Peg­gio per loro.
P. S.: vogliono adottare bambi­ni? Su questo punto manifesto forti perplessità. E ricordo che i figli sono conformisti. Farli cre­scere in una famiglia con due pa­pà e senza mamma, o con due mamme senza papà, non mi pa­re li aiuti a sentirsi uguali agli al­tri, come prediligono.
Insomma non voglio di re che non si possa cambiare idea ma una persona intellettualmente onesta lo ammette apertamente.

Spero che nessuno si lasci irretire ancora da quest'uomo e da quello che come direttore avvalla che altri collaboratori scrivano e dicano sull'omosessualità.
ma nel paese dalla memoria storica più corto del mondo tutto è possibile.

Io però non dimentico.





Tempo scaduto. Contattiamo i candidati e le candidate alle prossime elezioni politiche er un'Agenda lgbt.

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Arcigay nazionale promuove Tempo Scaduto una campagna nella quale
chiede a tutte le candidate e a tutti i candidati al prossimo parlamento, indipendentemente dal colore politico, di assumersi in prima persona 4 impegni chiari, in tempi certi per il contrasto alle discriminazioni e per il riconoscimento delle nostre famiglie

I quattro punti - cito dal sito - prevedono:
  1. di promuovere e sostenere una proposta di legge per il riconoscimento del matrimonio egualitario per le coppie dello stesso sesso, con tutti i diritti collegati.
  2. di promuovere e sostenere l'abrogazione della legge 40 o una radicale modifica della stessa che estenda le possibilità di accesso alla fecondazione assistita alle donne single o alle coppie lesbiche.
    [in realtà si tratta di rendere possibile anche la fecondazione eterologa anche alle donne single e alle coppie dello stesso sesso...]
  3. di promuovere e sostenere la modifica della legge Mancino (25 giugno 1993, n. 205) perché sia estesa anche ai reati motivati da omofobia e transfobia [i reati per discriminazione in base all'orientamento sessuale e non elusivamente all'omofobia altrimenti ci sarebbe una discriminazione per le persone eterosessuali... infatti i reati già previsti riguardano la discriminazione per la razza e la religione in generale...].
  4. di promuovere e sostenere una modifica legislativa  della legge [sic!] 164/1982 che permetta il cambiamento del nome e del sesso anagrafico alle persone transessuali e transgender anche senza l'intervento chirurgico di riattribuzione del sesso. [Riattribuzione chirurgica del sesso anatomico]
Sul sito è riportato in dettaglio la posizione su questi quattro punti dei partiti di questa campagna elettorale



CONDIVIDILOVE  sulla base delle descrizioni contenute nel sito di Arcigay ha costruito una tavola sinottica che riporto.



Il sito presenta anche l’elenco dei candidati e delle candidate ai due rami del Parlamento dove verranno riportate le risposte dei candidati e delle candidate che risponderanno sui quattro punti.
Questa risposta dipende anche da tutti e tutte noi.

A sollecitare  ognuno e ognuna dei candidati e delle candidate a prendere posizione sui quattro punti dobbiamo essere noi contattandoli e contattandole.
Come ?
Su Facebook o su Twitter...

Più messaggi ricevono e più sono tenuti a rispondere...

Se ci rispondono possiamo invitarli e invitarle a compilare una pagina loro dedicata che si trova sul sito dell'arcigay.

Intanto possiamo firmare una petizione il cui titolo è appena più sessista di quello del sito tempo scaduto, rivolgendosi solamente ai candidati e non anche alle candidate.



The Closet by Stewart Hendler

Stefano e Federico, il video sui loro propositi di matrimonio, Sanremo e il sesso per il sesso e non per amore del paese.

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Prima c'è il video di Stefano Olivari, 32 anni, e Federico Novaro, 50 pubblicato il 4 Febbraio su youtube e ripubblicato da Repubblica online l'altro ieri (lunedì 11) lunedì scorso. 




Nel video Federico e Stefano raccontano di come si sono conosciuti e della loro decisione di sposarsi, dopo 11 anni di vita insieme, a New York perchè le leggi di questo Paese non ce lo lasciano fare.

Lo raccontano tramite 60 cartelli sui quali sono scritte le loro parole.

Parole scritte e non dette.

Un simbolo del fatto che in Italia i diritti delle coppie dello stesso sesso sono violati e le loro voci sono messe a tacere.

Fabio Fazio, conduttore di Sanremo 2013, invita Federico e Stefano e fa ripetere in diretta, a metà serata, fuori dalla fascia protetta, la stessa performance del video, con alcune sensibili differenze.

Non si tratta solo del bacio finale, sul quale, nel video originale,  si chiudono le porte lasciando Federico e Stefano alla privacy della loro unione, basata sui sentimenti E sul sesso, come a suggerire che quel che viene reso pubblico è l'amore, l'affetto, la decisione di sposarsi e non il sesso che, come per tutti e tutte, riguarda solamente loro.

Un bacio la cui mancanza a Sanremo relega l'amore che non osa dire al suo nome ancora alla sfera delle platoniche affinità elettive, con un pizzico di borghesia che non guasta mai, visto che i due si sposano (ma l'applauso in sala, a Sanremo, è scattato quando Federico e Fabio  hanno mostrato entrambi il cartello perchè lo amo, non per quello con su scritto e ci sposeremo).

La censura, perchè di questo si tratta, ha colpito soprattutto alcuni dei cartelli, quelli che alludevano al sesso.

Attenzione però, non al sesso consumato, ma alla consapevolezza del sesso fatto con responsabilità.

Un accenno, nei cartelli del video originale,  che non inneggia alla castità ma che racconta come per il sesso non si sia corsi.

Dopo aver raccontato, tramite i cartelli, che alla prima uscita insieme, al cinema, e poi passeggiata fin sotto casa di Federico, non è seguito un invito a salire da lui, ma un casto bacio sulla guancia, e dopo che anche alla seconda uscita, per un aperitivo, si è ripetuta la stessa cosa, 

 Federico spiega che 

lui era molto più giovane di me.

Federico oggi ha 50 anni (portati benissimo) e Stefano ne ha 32. Vuol dire che, 11 anni fa, Federico ne aveva 39 e Stefano 21.

Come dire che Federico è interessato a Stefano in tutta la persona e non a fare sesso con lui.

Alla faccia del sesso promiscuo che ogni avversore e ...avversora dell'affettività tra persone dello stesso sesso addebita alla comunità lgbt, non ultimo Feltri.
Quella di Federico è una scelta di responsabilità dove il sesso non è  solamente uno scambio consumistico (cosa nella quale di per sé non c'è naturalmente nulla di sbagliato) ma è anche, può essere anche, qualcos'altro.

Un fare l'amore invece di scopare.

Ma un paese cattolico e puritano come il nostro non puà tollerare che il sesso diventi strumento d'amore.

Il paese è abituato a parlare di sesso, sesso e basta, sganciato dall'affettività: quello di Berlusconi con le minorenni, quello di Marrazzo con le donne col cazzo (scusate la brutalità) mentre se si parla di sentimenti e di amore questi restano slegati dalla sessualità.
I sentimenti sono quelli per mamma, per la madonna, per il principe azzurro per papà e per dio (no, non è una bestemmia...).

La sessuofobia italiana è tale che sesso e amore non possono e non devono essere l'uno complementare all'altro.

Il sesso come piacere da dare e da prendere con la persona che si ama è scippato alle coppie etero e affogato in quel mare mistico della procreazione in cui si è solamente attori e attrici della volontà altrui, divina o biologica che sia.

Come lo si può tollerare tra coppie dello stesso sesso che, facendo un sesso procreativamente sterile, si sganciano dal determinismo teo-biologico e si riappropriano della sessualità autoemancipandosi?

Quella tra persone procreativamente sterili è una sessualità non supina ma attiva, voluta, agita con (auto)consapevolezza.
Anche quando si vuole procreare e per farlo si deve ricorre a un aiuto esterno.

Solo sganciandoci dall'imperativo biologico e teologico del sesso il proprio donarsi e il proprio amare anche col sesso l'altro  da me, poco importa se di sesso conforme o difforme dal mio, rende davvero liberi e libere.

Liberi di amare e non per procreare, liberi di prenderci la responsabilità di non non portarci a letto subito il bel pischello ventunenne perchè di lui ci importa di più del suo cazzo del suo culo.

Libere e liberi di procreare come e quando decidiamo noi, uomini e donne autonome, consapevoli emancipate.

Una sessualità matura  e consapevole che non significa rinuncia.

Federico e Stefano non fanno l'amore nemmeno la prima volta che Federico lo invita a salire a casa sua ma solo quando quella casa diventerà la loro.

Il sesso dunque come condivisone di progetto di vita insieme che non ha nulla da invidiare né nulla di diverso da quello delle coppie di sesso diverso la cui patente di legittimità che si pretende sia nella potenziale capacità procreativa svilisce, aggioga e umilia l'individualità di ognuno e ognuna.

Il grande cambiamento antropologico che sta avvenendo nel mondo è proprio quello di un sesso meno consumato e più agito, di un sesso voluto come condivisione, come progetto e non come performance.


Un sesso consapevole che infastidisce perchè mostra una autodeterminazione del proprio corpo sessuato sganciata dal determinismo procreativo che rimane per la chiesa sempre più lontana dall'amore l'unico alveo in cui le coppie etero sono autorizzate a farlo.

Il detto non lo fo per piacer mio ma per dare un bimbo a dio è vetusto solo nella forma non certo nella sostanza.

Ecco quei cartelli mancanti ierisera avrebbero (di)mostrato a un'Italia ancora obnubilata dal sesso che col sesso si può amare.

E pensare che c'è ancora qualcuno che dice che le persone lgbt ostentano la propria sessualità.

Ierisera Federico e Stefano hanno dimostrato loro che quando parliamo di omosessualità parliamo di affetto e di amore.

E quello che si ostenta è semmai la propria libertà di vivere e di amare nonostante tutti i tentativi per impedirlo loro.

Federico e Stefano, grazie!

Omonormatività e imperialismo gay. Su un irricevibile omolesmofobico post di Jamila Mascat pubblicato sul blog Marginalia:

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Purtroppo mi è capitato di leggere un post, pessimo, su Marginalia, un blog amico, che lego sempre con molta attenzione, e che, a dire il vero, raramente si occupa di questioni lgbt - non è un velato "rimprovero" ma solo una constatazione anche io qui su elementidicritica mi occupo poco di questione femminile, lo faccio sul mio altro blog...- mi è capitato di leggere, dicevo, un post che partendo da queste considerazioni arriva ad accusare il movimento lgbt di omonormatività e imperialismo gay.

Non vomitate subito, cerchiamo di vedere prima come l'autrice del post arriva a questa accusa.


Il post pubblica, in traduzione italiana dall'originale francese, presumo, un intervento scritto da Jamila M.H Mascat dal titolo Coming Out nel quale, come anticipa l'autrice del Blog che ce lo propone, dopo averlo tradotto (presumo sempre io)A partire da una quasi-cronaca della manifestazione organizzata a Parigi dall' Inter-lgbt il 27 gennaio scorso, Coming out affronta luci e ombre del dibattito sul cosiddetto mariage pour tous, invitando "ad immaginare altro e meglio".

Già gli aggettivi utilizzati tradiscono il giudizio negativo sull'estensione del matrimonio. Il cosiddetto, biosgna immaginare meglio e altro insomma questo matrimoni non s'ha da fare sempra dirci Enza Perilli in arte Marginalia.

Il post è molto lungo e vi invito a leggerlo per conto vostro. Qui cercherò di individuare alcuni punti nodali che fanno di questa donna (Jamila, non Enza) una omofoba tout-court.

Dunque cosa dice Jamila?

Parlando di matrimonio Jamila accenna al fatto che viene invitata sia a quelli civili che a quelli religiosi e che ne ama il cerimoniale che è più quello religioso che civile (si parla di promesse che non ci sono nel matrimonio civile almeno non in Italia) e più quello protestante che cattolico, il lancio del bouquet, le promesse, appunto, che abbiamo visto in tanti film americani...
In Italia il bouquet si conserva...

Insomma Jamila confonde le acque e con la scusa dei matrimoni cui presenzia equipara quello religioso a quello laico compiendo un falso ideologico perché in nessuna rivendicazione lgbt si richiede l'estensione del matrimonio religoso... A Jamila preme sottolineare che chi si sposa non lo fa per una sostanza ma per una cerimonia.
Non critico tanto questo modo di vedere critico la maniera surrettizia con cui Jamila porta il discorso su questo livello senza dirlo apertamente ma con un falso tono colloquiale che usa dei termini irricevibili.
Jamila usa infatti un linguaggio sessista per esempio dice che fa sempre il regalo agli sposi, al maschile.
Per un blog attento al sessismo non c'è male...

Sessista o, meglio, patriarcale e maschilista, sono anche i verbi che Jamila usa come quando dice
Al bouquet non ci tengo, ma le promesse mi fanno impazzire, sarà quell’ostinata invocazione d’eternità che prova a fottere l’intermezzo del tutti-i-giorni, o forse solo il pensiero della cattiva sorte che mi rattrista. (il neretto è mio).

Fottere è verbo così squisitamente maschilista che quando l'ho letto in un blog dal quale ha appreso molto sul sessismo un altro po' cado dalla sedia.

Tutto il frasario di Jamila è maschilista:

Gli ho chiesto di sposarmi soltanto una volta, nel 2005, quando per motivi urgenti e spiacevoli sembrava che fossi costretta a partire per l’Arabia Saudita, e non avrei potuto farlo senza accompagnatore. Avrei avuto bisogno di un marito. Poi non se ne è fatto più niente di quel viaggio né di quel matrimonio. Sono tradizionalista, dicono le mie amiche più libertine e le mie compagne più liberate. In effetti, per esempio, finora non ho mai fatto una cosa a tre.
La liberazione delle donne per Jamila passa dunque per un libertinismo sessuale promiscuo e da orgia.

Ancora complimenti a Marginalia per ospitare un intervento così friendly nei confronti delle donne più liberate...

Jamila è maschilista ma molto abile e conosce bene le strategie retoriche del discorso.

Quindi prima di
affondare i suoi fendenti su chi richiede l'estensione del matrimonio riconosce (cioè finge di farlo) la legittimità di questa richiesta.


Parlo dal punto di vista di chi dispone di un privilegio etero, come mi è stato fatto notare spesso negli ultimi tempi. Lo so, e sono così privilegiata da poter decidere perfino di potermene non servire, sapendo che in caso di emergenza, lui, il privilegio, in fondo sta là, da usare se mai ce ne fosse bisogno. Di buoni motivi per sposarsi non ne vedo, se non certo proprio tutte quelle ottime ragioni messe in campo dal movimento lgbtq durante la campagna pro mariage, cioè tutti quei diritti sociali e di cittadinanza che dipendono da questo tanto conteso diritto civile.(i neretti sono miei)
Ed ecco la semplificazione ideologica che passa nel cavallo di troia dell'apparente riconoscimento della legittimità della richiesta di estensione di un diritto mancato: lei di motivi per sposarsi non ne vede se non  i diritti sociali così li chiama.

E qui si compie il primo scippo.

Jamila pretende che si richieda l'estensione del matrimonio per i diritti sociali che sono dei privilegi.
Privilegi che per lei non derivano dallo status di coppia ma da quello di singoli.

Su questo ha perfettamente ragione: perchè due amici che vivono insieme non possono avere gli stessi diritti amministrativi di una coppia di donne di uomini o mista in fatto di eredità, subentro nel contratto di locazione, etc?

Infatti ci sono delle leggi, come i pacs, che dirimono la questione. E lei che è francese dovrebbe saperlo bene visto che i pacs in Francia ci sono dal 99.
Le persone pacsate non sono necessariamente amanti, possono anche essere amiche e solidali.
Perchè allora si può pacsare solo una coppia e non tre o cinque persone?

Perchè i pacs non sono nati per restituire alle coppie dello stesso sesso parte dei diritti negati ma per tutelare le coppie di sesso diverso che pur potendo non si sono sposate.

Ma proprio in virtù de fatto che queste persone qualunque ne sia il motivo non hanno usufruito del matrimonio che tra le altre cose garantisce anche questi diritti si è esteso l'effetto dei pacs anche alle coppie dello stesso sesso e alle coppie di amici.


Nei pacs è vero i diritti amministrativi del matrimonio svengono trasferiti ancora in base al fatto che si è una coppia. Trasferire questi diritti alle singole è una rivendicazione sacrosanta che però non ha nulla a che fare col l'estensione del matrimoni che intraprende il cammino opposto. Il cammino di chi chiedendo che la sua unione venga riconosciuta pubblicamente e dallo stato si sente rispondere che più accedere ai diritti da singolo perchè la sua unione non è famiglia.

Non sono i diritti amministrativi che le persone in coppia dello stesso sesso vogliono quando chiedono l'estensione del matrimonio. Affermarlo non vuol dire semplificare le cose ma vuol dire affermare il falso.

L
'estensione del matrimonio non serve ad acquisire gli stessi privilegi delle coppie etero(=di sesso diverso) come pretende Jamila.

Se il motivo per cui lo si richiede fosse quello dei vantaggi amministrativo- economici basterebbe a queste coppie andare da un notaio (come infatti molte coppie hanno fatto). Questi sono i consigli che in Italia dà la destra di Fini o posto alle strette qualche prelato illuminato del Vaticano.

Insomma non sono argomentazioni gayfriendly quanto piuttosto reazionarie e omofobe, com'è possibile che Vincenza non se ne renda conto?

L'estensione del matrimonio serve soprattutto a legittimare le unioni omosessuali(=tra persone dello stesso sesso) a dire che anche due donne e due uomini in coppia che si amano e fanno sesso sono importanti per la società e contribuiscono alla crescita allo sviluppo e al benessere della società tanto quanto le coppie di sesso diverso.

Solo una vulgata naif del marxismo può leggere la richiesta del matrimonio come accesso ai privilegi economico-amministrativi delle persone etero. <

La vulgata di chi fa teoria sulla pelle e sulla vita di tante famiglie ognuna con una storia diverse, come anche lettrici e lettori di questo blog hanno raccontato.

Jamila fa finta di ignorare che la rivendicazione riguarda il riconoscimento pubblico e dunque di Stato sulla legittimità di queste unioni.

Ci si sposa per far sapere al mondo, pubblicamente, e per riconoscimento statale  che Alessandro ama Francesco col quale fa anche l'amore.

Ma Jamila che aborre il matrimonio deve cercare di rederlo inutile a tutti i costi e per farlo applica una logica che farebbe inorridire Aristotele: 

Proprio perché è un privilegio, dico: non estendiamolo, piuttosto smontiamolo, liberiamocene.
Per essere onesti e chiari.
Io personalmente non amo il matrimonio.
Non ci tengo a sposarmi.
Non solo perchè non c'è nessuno che vuole sposarmi all'orizzonte (chissà...) ma perchè non mi interessa il matrimonio.
Eppure so che ci sono molte persone che vorrebbero sposarsi e che non possono.
E questa è una discriminazione contro la quale politicamente lotto.

Non è che siccome io personalmente non amo il matrimonio dico e duqnue non devi amarlo nemmeno tu.

In ogni caso che io non ami il matrimonio o meno è irrilevante perchè anche se lo amassi non potrei sposarmi. 


Allora lotto anche per me per il diritto di dire no al matrimonio potendo scegliere se sposarmi o no. Altrimenti sembra che non lo voglio perchè non lo posso avere.
Il matrimoni non è l'uva e io non sono la volpe.

In ogni caso che una donna etero che dunque ama gli uomini e che se vuole può sposarsi anche se non lo fa, venga a dire a me, che non voglio sposarmi ma che se pure lo volessi non lo potrei fare e dunque rispetto lei sono un cittadino di serie b, che devo rinunciare al matrimonio perchè possiamo andare oltre al matrimonio, beh scusare ma mi sembra un'enorme presa in giro.

E' come dire a un ragazzino del Biafra ostentando una bistecca che non si mangia perchè si è, che so, vegani, bambino cattivvo che vorresti la bistecca (ma non la puoi avere) non mangiare la carne ci sono altri cibi meno indigesti non pensi a quei poveri animali che muoiono? .

Bella presa in giro no?  Matriarcale, patriarcale, sadica, e schiofsamente moralista diq uel moralismo scifoso da comunisti anni cinquanta che epuravano le donne dal partito perchè intessevano relazioni al di fuori del matrimonio o avevano un orientamento sessuale omosex...

Ma dove vuole arrivare Jamila?

A una riconfigurazione giuridica che permetta di attribuire diversamente quegli stessi diritti vincolati ora al matrimonio.
Jamila manca completamente la questione dei diritti mancanti e appronta una strada in cui i diritti individuali dovrebbero essere riconosciuti a tutte e tutti senza la clausola del more uxorio. 

Facciamo uno sforzo immenso di immaginazione e pensiamo a unioni che possano assumere la forma che meglio credono ed essere legittime per questo. Pensiamo che io, mio padre, la mia prozia e la sua fidanzata possiamo fare famiglia.
Giusto e vero. Ma anche Stefano e Federico che si sono sposati a New York fanno famiglia.  Solo che sono dovuti andare negli Stati Uniti per vedersela riconosciuta pubblicamente. E siccome in nessun modo il matrimonio può essere cancellato per le coppie etero che se vogliono continuano a sposarsi dire alle coppie omosessuali non chiedete il matrimonio chiedete di più significa perpetrare solo sulla loro pelle una discriminazione che a Jamila non toccherà mai perchè lei può sempre sposarsi anche se non lo fa.

Insomma da un lato Jamila si illude di ammantarsi della stessa santita ascetica di chi è vegetariano perché rinuncia di sua sponte al matrimonio dall'altro si comporta terroristicamente come gli uomini che discettano di aborto decidendo su un copro che non è il loro. Jamila decide della vita di famiglie che non saranno mai la sua visto che lei è etero.

Immaginiamo che tre donne che si amano possano fare famiglia perché si amano, e nel modo in cui scelgono. Pensiamo a due uomini e due donne che possono crescere una bambina e insieme fare famiglia. Pensiamo anche che un collettivo di individui legati da pratiche e rapporti affettivi, o un gruppo di conviventi o semplicemente singoli che condividono relazioni di cura e solidarietà possano disporre dei diritti di famiglia.
E qui, di nuovo, Jamila fa un uso retorico molto furbo del termine famiglia dandone un significato più ampio.
Perchè io con alla mia  prozia voglio bene ma non ci faccio l'amore.
Io faccio l'amore con Francesco e lo Stato non mi permette di sposarmi con lui perchè siamo due uomini.

Ignorando la necessità della legittimazione delle unioni di persone dello stesso sesso Jamila dimostra di ignorare una disperata necessità che lei non può capire perchè a lei non capiterà mai di venire picchiata perchè va in giro mano nella mano col suo compagno\fidanzato\uomo\marito.
Eppure in quanto donna Jamila dovrebbe capire la discriminazione del patriarcato che vive sulla propria pelle... ma la solidarietà di classe evidentemente non le appartiene.


Questo modo minimizzante e matriarcale di sminuire e criticare una sacrosanta rivendicazione politica mi ferisce e mi fa arrabbiare mettendo alla prova la mia feminifilia, inducendomi in tentazione di essere anche io almeno una volta nella mia vita maschilista e liquidare queste considerazioni come farebbero tanti maschietti con meno scrupoli di me.
La mia è una boutade naturalmente che spero mi comprenderete leggendo il resto dello scritto di questa donna sciagurata.


Dopo aver messo alla berlina l'amore di Franesca e Luciana  contrapponendogli quello di Alessio e la sua prozia arriva il fendente, ecco l'affondo delirante e matriarcale con cui Jamila liquida il movimento lgbt in una maniera disumana:

Qualche giorno fa su Le Monde si parlava, forse per la prima volta, di omonazionalismo e imperialismo gay. Due espressioni anche un po’ cacofoniche, davvero. Suona molto meglio “favolosità”, che è sempre stata una delle parole d’ordine del movimento transqueer (delle cui rivendicazioni, per inciso, mi sembra che non ci sia granché traccia nelle piattaforme dei gruppi pro-mariage, ma potrei sbagliare).
L'ironia sottile del camp la può usare solo una persona omosessuale altrimenti si incappa in orrori omofobici come questa considerazione di Jamila che non si accorge del sottile maschilismo con cui certi uomini iperbolizzano la loro idea di femminino nel parlare di se stessi al femminile o nel travestirsi.

Ma siamo sicuri che Jamila sia una femminista? Io inizio a dubitarlo davvero...


In ogni caso anche qui Jamila dimostra davvero di no avere capito affatto la questione:

Se no dei due coniugi di una coppia sposata, dunque un uomo o una donna, cambia sesso anche non chirurgicamente, il matrimonio viene sciolto automaticamente perchè due persone dello stesso sesso non possono essere sposate. Se si estende il diritto al matrimonio anche alle coppie dello stesso sesso eccome se la rivendicazione riguarda anche le persone transgeder...

Quindi quel rimprovero oltre ad essere schifosamente maternalista è anche falso!

Evidentemente qui, continuando con il suo laboratorio di alchimia sociale e antropologica sulla pelle altrui e con la predisposizione profondamente razzista di chi accetta la diversità non come una variante naturale allo stesso genere umano e donnano ma come una identità a sé separata e diversa Jamila pensa a una pluralità di sessi oltre quelli maschile e femminile, gli unici che io conosco, ma non si capisce perchè secondo lei nel matrimonio tutti questi sessi non possano rientrare....

Ma forse sto dando a Jamila troppa importanza lei dopotutto vuole solo cancellare il matrimonio. Però siccome certo non cancella il matrimonio già esistente quello delle coppie etero si accontenta di criticare che le persone omosessuali lo chiedano anche per loro arrivando a dire che

Di favoloso il mariage pour tous pare che abbia ben poco, e le bandiere francesi ancora meno. Una favola vera, più bella dei Promessi sposi e del ritornello di Beyoncé, una favola pour tou.te.s potrebbe aspirare a molto di più.

E soprattutto dovrebbe tenersi alla larga da ogni forma di discriminazione diretta o indiretta (perché il fatto di subirne una non dà diritto a perpetrarne o ignorarle altre), e a debita distanza dall’égalité di cui altri gruppi e minoranze continuano a fare le spese.
Adesso, verbigrazia, estendere il matrimonio a tutte le coppie quali minoranze discrimina?
L’articolo di Le Monde si conclude prefigurando uno scenario apocalittico: la Francia, campo di battaglia del fronte omonazionalista, tragicamente divisa in due blocchi, omofobi da una parte e xenofobi dall’altra.
Qui, credo, si fa riferimento a una clausola della legge sull'estensione al matrimoni che vuole riconoscere come coppie sposate anche quelle in cui uno dei due componenti della coppia sia un cittadino straniero nel cui paese di origine il matrimoni per le coppie dello stesso sesso non è contemplato. 
Il che equivale a dire che non ci sia alternativa all’omonormatività(questa è la definizione migliore che ho trovato in circolazione: "homonormativity = a politics that does not contest dominant heteronormative assumptions and institutions, but upholds and sustains them, while promising the possibility of a demobilized gay constituency and a privatized, depoliticized gay culture anchored in domesticity and consumption", L. Duggan).
cioè in traduzione per far capire anche chi non capisce (complimenti a AMrginalia che ha lasciato il testo solamente in inglese...)
una politica che
non contesta le ipotesie le istituzioni eteronormativedominanti, mala conserva,mentre promettela possibilità diuna collegio elettorale gay smobilitatoprivatizzato,di una culturagaydepoliticizzatae ancorataalla domesticitàe al consumo.
Insomma Jamila quello che dice la chiesa. Che le persone omosessuali comprano i bambini per una voglia consumistica di genitorialità che non compete loro.

Per fortuna, invece, c’è chi come qui, qui e qui, ci aiuta ancora a credere alle favole
(Jamila M.H Mascat, 11 febbraio 2013)
 
Ripeto, è facile per Jamila dar via un diritto che a lei non piace, ma che le altre persone come lei continuano ad avere. Un po' meno facile è convincere a darlo via a quelle persone che quel diritto non ce l'hanno ancora e che già vivono in famiglie niente affatto eteronormate e che vorrebbero vedersi riconociute.

Ma invece di garantire al genitore non biologico il diritto di continuare a crescere suo figlio anche in caso di morte del compagno\compagna Jamila ci suggerisce di andare  vivere con la nostra prozia.

Un esercizio retorico contro il matrimonio che passa con le scarpe coi tacchi 30 sulla pelle di tutte quelle persone donne e uomini che pur costituendo famiglie continuano a essere discriminate anche da queste bacchettone del laboratroio politico fatto sulla pelle altrui.

Questa è omo-lesbofobia bella e buona.
Un odio da maestrina da chi crede di saperne di più e invece non solo non sa niente e non capisce niente ma cova un odio pericoloso e irricevibile.

Purtroppo non dobbiamo dimenticare che il primo femminismo mal vedeva il lesbismo, affermando che era un problema personale e non politico (non lo dico io lo dice Edda Billi... non so se mi spiego) figuriamoci come certo femminismo contemporaneo (basato su slogan e non su analisi sociali serie basta dare uno sguardo ai blog che Jamila cita a fine del suo scritto) può vedere l'omosessualità ancora oggi...
Se Jamila vuole andare a di là del matrimonio perchè invece di vivere con la persona che ama e con la quale fa sesso vuole vivere con la sua prozia faccia pure. Vada a vivere con la sua prozia.

Ma perchè deve imporre di fare lo stesso anche a noi verbigrazia non si capisce proprio il motivo.

Cara Vincenza Perilli mMeno moralismo veteromarxista omofobico. Più rispetto democratico per chi la pensa diversamente da te.
Bisogna essere smepre contro lo stato etico qualunque sia l'etica che si abbraccia. Perchè la tua non è migliore della mia e un diritto allargato è un bene per tutte e per tutti. Anche per te.

Purtroppo Jamila  e Marginalia che la traduce la pubblica e la sostiene si comportano in maniera antidemocratica e fascista.

DOBBIAMO DIRGLI DI SMETTERE.



Il video della canzone di Renzo Rubino Il postino (Amami Uomo) è senza uomo!

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Accolta da tutte le mie amiche froce, sprovvedute, naif e provinciali, come canzone stupenda, splendido esempio di cultura gay (cultura che?!?!) a me la canzone che Renzo Rubino ha portato Sanremo nella sezione giovani ha creato la prima sera che l'ho ascoltata un genuino imbarazzo  e poi al secondo ascolto una totale indifferenza.

Non voglio certo annoiarvi con i miei gusti musicali che valgono esattamente quanto i vostri, basisco però quando leggo commenti di perosne intelligenti e politicamente impegnate, non personali (mi piace, è bella, già la canto) ma politici o culturali.
Allora suo malgrado questa canzone diventa strumento per capire la nostra mentalità l'ideologia che si cela dietro il nostro operato. L'operato di tutti. Quello di Rubino che ha scritto (insieme a Rodini) e interpretato la canzone (con un contributo del tenore Falcier), quello di chi la incensa e naturlamente anche quello di chi la critica.

Canzone gay
Così è stata classificata la canzone, dove quest'aggettivo significa almeno due cose:
una canzone che parla di froci e,  anche, una canzone che è rivolta ai froci.

Una discriminazione intollerabile e irricevibile.

Il postino (amami uomo) è una canzone che parla di amore e basta.

Il fatto che un uomo dichiari il suo amore a un altro uomo non la rende gay la rende una canzone d'amore di un uomo per un uomo, esattamente come le canzoni di Mina non sono canzoni etero, ma canzoni.

Non è una questione di maggioranza e minoranza. Del fatto cioè che l'eterosessualità è la norma e l'omosessualità l'eccezione e dunque va specificata.

E' proprio una caratteristica, un difetto che le canzoni gay come questa hanno tutte: nelle canzoni in questione non si dice già Mario ti amo, amore mio mi manchi, la notte sogno i tuoi baci con la barba che mi pizzica.

In queste canzoni non ci si rivolge già direttamente alla persona amata ci si rivolge al suo genere (gender).

Amami uomo
con le mani da uomo
e tu
e toccami fiero fiero
con un soffio leggero


Amami uomo.
Dunque ti amo non perchè sei Mario, cioè questo uomo e non un altro, ma perchè sei uomo e basta. Questo o quello è indifferente.
Basta che sei uomo.
Che è quello che pensano molte persone di noi gay: promiscui e sempre  a pensare al cazzo. Il che magari per qualcuno è anche vero ma non mi sembra che non ci siano etero promiscui e con la fica sempre intesta quando non possono averla altrove.


Comunque cosa fa questo ragazzo che ama un uomo?

ora vado lì a cantare
che io me ne vo
un postino diventerò
e non c’è pericolo
ciao mammà,
ciao papà,
l’uomo senza curve
un altro uomo abbraccerà
sarà la sua felicità.

Ce la vedete Mina, Ornella, Loredana che cantano, ciao mamma me ne vado di casa così posso scopare con chi dico io?

Questo uomo senza curve dà per scontato che per potere amare un uomo se ne deve andare di casa perchè papà vuole che sposi un donnone.
Invece di dire mamma papà questo è l'uomo che amo, fatevene una ragione, dice ciao mamma e papà tolgo il disturbo e me ne vado a fare il frocio altrove.

Ecco perchè la canzone è andata a Sanremo.

Qualcuno mi spieghi cosa ci sia di sorprendente, di politicamente alto e di rappresentante la cultura gay qualunque cosa essa sia.

So invece che l'accenno al fatto che questo uomo senza curve NON sposerà un donnone (?!) piacerà molto a tutti quei froci (maledetti) che per poter affermare la propria frocitudine si sentono in diritto di proclamare il loro odio per la fica (la parte per il tutto) delle donne.

Sarà che  a me non piace il cazzo ma la persona che ci sta attaccata dietro e che trovo la fica altrettanto desiderabile solo che la mia affettività prima ancora che la mia sessualità è rivolta, generalmente, verso gli uomini.

Insomma questa canzone proprio mentre millanta una visibilità gay ne proclama la sua mancanza perchè se sei davvero visibile non dici ma vivi.

E prima di mettervi le mani nei capelli perchè ho osato criticare la canzone che vi ha fatto scendere la lacrimuccia e poi maledirmi perchè vi siete tutte quante distrutte la messinpiega amiche mie carissime froce e provinciali vi invito  vedere il video ufficiale della canzone.



L'UOMO AMATO NEL VIDEO NON C'E'!
Non c'è nemmeno Falcier del quale sentiamo la voce ma non vediamo di chi sia.
Ci sono due ragazze (chissà magari per fare un donnone ce ne vogliono due...) conciate con un volgare abbondante rossetto, c'è la versione macho di Rubino (unica trovata originale del video)  che ascolta la canzone seduto sul divano assieme a un'altra versione di se stesso compassata e frocesca (ma perchè i froci tengono tutti le ginocchia strette che a loro i coglioni non si schiacciano?) ma dell'uomo amato non c'è alcuna presenza, nemmeno come fantasia, sogno, augurio.
La canzone non invita dunque un uomo concreto ad amare chi la canta è solo un solitario proclama di omosessualità.
Mi piacciono gli uomini.
Dico pure amami e apparecchiami.
Però poi nel video resto casto come Maria Goretti.

Rimaniamo dunque dentro l'alveo del personaggi gay tollerati nei mass media.

Può dire di amare un uomo, basta che non agisca questo suo amore.

Questo frocione (per fare rima con donnone) amerà pure un uomo però è solo e senza famiglia.

Così il papa è contento,
le froce squittiscono perchè a Sanremo si è detto amami uomo   e intanto un altro ragazzo se ne va di casa e rimane da solo a dire amami uomo non già direttamente ad amarlo.

Contente voi...

Sul coming out di Robbie Rogers. La visione fatalista e filo omofobica della stampa italiana e l'enorme solidarietà che invece Rogers ha ricevuto da colleghi illustri che lo hanno invitato anche a non lasciare il calcio.

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Sul suo blog il 25enne Robbie Rogersgiocatore di calcio statunitense con 16 presenze nella nazionale americana, l'ultimo anno giocatore della Inglese Leeds, ha fatto coming out sul suo blog raccontando i motivi che lo hanno indotto ad avvicinarsi al calcio e quelli per i quali adesso lo lascia.




Vale la pena leggere il post nella sua interezza


The Next Chapter…

Things are never what they seem… My whole life I have felt different, different from my peers, even different from my family. In today’s society being different makes you brave.  To overcome your fears you must be strong and have faith in your purpose.
For the past 25 year I have been afraid, afraid to show whom I really was because of fear. Fear that judgment and rejection would hold me back from my dreams and aspirations.   Fear that my loved ones would be farthest from me if they knew my secret.  Fear that my secret would get in the way of my dreams.

Dreams of going to a World Cup, dreams of The Olympics, dreams of making my family proud.  What would life be without these dreams? Could I live a life without them?

Life is only complete when your loved ones know you.  When they know your true feelings, when they know who and how you love. Life is simple when your secret is gone.  Gone is the pain that lurks in the stomach at work, the pain from avoiding questions, and at last the pain from hiding such a deep secret.

Secrets can cause so much internal damage. People love to preach about honesty, how honesty is so plain and simple.   Try explaining to your loved ones after 25 years you are gay. Try convincing yourself that your creator has the most wonderful purpose for you even though you were taught differently.

I always thought I could hide this secret. Football was my escape, my purpose, my identity. Football hid my secret, gave me more joy than I could have ever imagined… I will always be thankful for my career. I will remember Beijing, The MLS Cup, and most of all my teammates.  I will never forget the friends I have made a long the way and the friends that supported me once they knew my secret. 

Now is my time to step away. It’s time to discover myself away from football.  It’s 1 A.M. in London as I write this and I could not be happier with my decision. Life is so full of amazing things. I realized I could only truly enjoy my life once I was honest.  Honesty is a bitch but makes life so simple and clear.  My secret is gone, I am a free man, I can move on and live my life as my creator intended. 
Il capitolo successivo ...

    
Le cose non sono quello che sembrano ... Tutta la mia vita mi sono sentito diverso, diverso dai miei coetanei, diverso
anche dalla mia famiglia. Nella società di oggi essere  diversi ti rende coraggioso. Per superare le tue paure devi essere forte e avere fiducia nelle tue intenzioni.

    
Negli ultimi 25 anni ho avuto paura, paura di mostrare chi ero veramente a causa della paura. La paura che il giudizio e il rifiuto mi avrebbero tenuto lontano dai miei sogni e dalle mie aspirazioni. La paura che i miei cari sarebbe allontanati da me, se avessero saputo il mio segreto. La paura che il mio segreto avrebbe ostacolato i miei sogni .

     Sogni di partecipare alla Coppa del Mondo, Alle Olimpiadi, sogni di rendere la mia famiglia orgogliosa. Cosa sarebbe la vita senza questi sogni? Potrei vivere una vita senza di essi?

    
La vita è completa soltanto se i vostri cari vi conoscono. Quando conoscono i tuoi veri sentimenti, quando sanno chi e come ami. La vita è semplice quando il tuo segreto è scomparso.  Scomparso il dolore che si annida nello stomaco al lavoro, il dolore causato dall'evitare domande, e alla fine il dolore causato dal nasconde un segreto così profondo.
 I segreti possono causare tanto danno interno. La gente ama predicare l'onestà, come l'onestà sia così pura e semplice. Prova a spiegare ai tuoi  cari, dopo 25 anni che sei gay. Prova a convincere te stesso che il tuo creatore ha gli scopi più meravigliosi per te, anche se ti è stato insegnato in il contrario.

    Ho sempre pensato che avrei potuto nascondere questo segreto. Il calcio era la mia fuga, il mio scopo, la mia identità. Il calcio ha nascosto il mio segreto, mi ha dato più gioia di quanto potessi mai immaginare ... sarò sempre grato per la mia carriera. Mi ricorderò di Pechino, la Coppa MLS, e sopratutto i miei compagni di squadra. Non dimenticherò mai gli amici che mi sono fatto durante la mia carriera e gli amici che mi hanno sostenuto, una volta conosciuto il mio segreto.

    
Ora è per me giunto il tempo di allontanarsi. E tempo di scoprire me stesso lontano dal calcio. E l'una di notte a Londra, mentre sto scrivendo e non potrei essere più felice della decisione. La vita è così piena di cose incredibili. Ho capito che potevoveramente godere della mia vita solo dopo essere stato onesto. L'onestà è stronza, ma rende la vita così semplice e chiara. Il mio segreto è andato, io sono un uomo libero, posso andare avanti e vivere la mia vita come il mio creatore ha deciso per me.



Per la stampa italiana la decisione di Rogers di ritirarsi dal calcio è normale e comprensibile.


Per Antonio Maglie sul Corriere dello sport (che titola dicendo che Rogers ha fatto outing) La questione è seria, scottante e divide. Cosa è scottante? L'essere gay? Il nasconderlo? Essere gay E calciatore? Cosa divide? Froci sì froci no? Tutte le opinioni a proposito hanno la stessa dignità e lo stesso diritto di cittadinanza in una democrazia?

A cosa sono valse allora le parole di Cesare Prandelli, che vengono riportate nello stesso articolo?
"L'omofobia è razzismo, è indispensabile fare un passo ulteriore per tutelare tutti gli aspetti dell'autodeterminazione degli individui, sportivi compresi. Nel mondo del calcio resiste ancora il tabù nei confronti dell'omosessualità mentre ognuno deve vivere liberamente se stesso, i propri desideri e i propri sentimenti".

La Stampa in un articolo senza firma - che riprende il dispaccio Ansa parola per parola - dice:
il fatto di essere il primo giocatore professionista a dichiararsi pubblicamente gay rendeva la sua posizione piuttosto delicata in un mondo dove il tema è sempre stato accuratamente evitato.
Lo scandalo di questa decisione forzata non è fatto notare lasciando intendere che la decisione presa da Rogers sia compressibile, giusta quasi perchè si sa i froci nel calcio non li vuole nessuno.

A confermare questa rpfezia immodificabile tutti si spendono a ricordare le sorti di chi in precedenza ha fatto coming out nel mondo del calcio 
Nel 1990 Justin Soni Fashanu annunciò al mondo del pallone la sua omosessualità: prima di lui non lo aveva fatto nessuno. La comunità di colore britannica lo emarginò ritenendosi infangata; il fratello, John, lo ripudiò. Da quel momento la vita di Fashanu cambiò, venne travolta sino al suicidio finale, sotto il peso di una accusa di violenza sessuale mai provata (e che la "vittima" negò dichiarando di essere stato consenziente)  (Corriere dello sport)
o a ricordare le ultime esternazioni omofobiche di un club o di un giocatore magari anche di un altro sport che i froci sono dappertutto

Negli Stati Uniti hanno sollevato un vespaio le dichiarazioni omofobe di un giocatore di football dei San Francisco 49/o, Chris Culliver, che pochi giorni prima del SuperBowl aveva detto che «un gay nello spogliatoio non sarebbe gradito e se ci fosse andrebbe cacciato», un segnale che nello sport, molto più che nella società, la strada per riconoscere i diritti degli omosessuali è ancora piuttosto lunga. 

Nel calcio, anche in Europa, sull’argomento gay di solito si glissa, parlandone il meno possibile solo se qualcuno obbliga a farlo, come quando a dicembre un folto gruppo di tifosi dello Zenit San Pietroburgo allenato da Luciano Spalletti ha chiesto ufficialmente alla società di non acquistare calciatori di colore o gay. (La Stampa)

Al limite si ricorda la reazione positiva delle associazioni lgb

Proprio per questo suo atto di «coraggio» ha ricevuto sostegno e approvazione da parte delle principali associazioni americane per i diritti dei gay. Proprio per questo suo atto di «coraggio» ha ricevuto sostegno e approvazione da parte delle principali associazioni americane per i diritti dei gay.  (La Stampa)
Omettendo il fatto che anche molti giocatori hanno espresso solidarietà.

Un aggettivo quello di eroe che non piace  a Massimo Galanto che su Calcioblog scrive
Una vicenda che provoca tristezza perché, se è vero che Rogers non è stato esplicitamente costretto ad allontanarsi dalla sua professione, è chiaro che l’omosessualità è ancora, incredibilmente, incompatibile con il mondo del calcio. Ed è altrettanto evidente che Rogers non può essere considerato un eroe, come invece alcuni giornali lo hanno definito nelle ultime ore. Non si diventa eroi solo perché omosessuali.
Un colpo al cerchio e uno alla botte. Se Galanto è uno dei pochi che riconosce apertamente l'incredibilità dello stigma anti gay nel calcio non può trattenersi dal commentare a sproposito che Non si diventa eroi solo perché omosessuali non cogliendo il punto che si diventa eroi quando dici che sei gay in un mondo dove l'omosessualità è considerato un crimine e ti può costare la carriera.

Pero nessuno dei mezzi di informazione italiani ha ricordato o fatto menzione che molti colleghi di Rogers hanno espresso non solo solidarietà ma lo hanno anche invitato a non ritirarsi.



O che per permettere ai giocatori professionisti di fare coming out il cambiamento deve essere di tutta la società e non solo del calcio.



Per leggere queste dichiarazioni positive e propositive che rendono il mondo del calcio non così monoliticamente omofobo come piace tanto ricordare alla stampa nostrana (e non tanto per denunciarne l'omofobia ma sotto sotto per ribadirla)bisogna cercare sulla stampa  e nei blog anglofoni.

Gordon Taylor, chairman of the Professional Footballers' Association in the U.K., told Press Association: 'I'm pleased that he's come out for his own sake. We do have players who've said that, while they are gay, they don't feel comfortable enough to come out.

'It's not dissimilar to many black players, and we need to create a safe environment for them on and off the field. If there is abuse, that needs to be dealt with by all the football family.

'It's no bad thing that he's been brave enough to come out. We know of players who are playing who are gay who've not had that confidence as yet. But, as the rest of the world becomes more civilized, hopefully that will come.'

Taylor added that the PFA remains committed to programs of education on all topics relating to discrimination, but that the issue is one that needs to be tackled by society as a whole.

'There needs to be a feeling that there is a comfortable environment for everybody,' he said. 'We're aware through our sporting chance clinic that players who deal with such issues at the moment feel they would be targeted and the attention would no longer be on them as a footballer.

'That's a real challenge. But the game has to be up to that. If we're going to claim to be the major sport in the world, both in terms of spectators and participation, then we've got to use that to create a better example.' (dailymail)
Gordon Taylor, presidente dellaAssociazionecalciatori professionistinel Regno Unito, ha dettoalla agenzia Press Association: 'Sono contento che abbia fatto coming out per il suo stesso bene. Abbiamogiocatori che hannodetto che, anche se sono gay, non si sentonoabbastanza tranquilli per dichiararlo.

'Lo stesso accade anche per i giocatori neri e abbiamo bisogno dicreare un ambientesicuro per lorodentro e fuori dalcampo.Se vi èun abuso, deve essereaffrontatoda tutta lafamiglia del calcio.

'Non è una cosa negativa chehaabbia il coraggio di dichiararsi .Sappiamo digiocatoriche stanno giocandoe che sono gayche nonhano ancora abbastanza fiducia per dirlo Ma, come il restodel mondo diventapiù civile, si spera che questa fiducia arriverà'

Taylorha aggiunto che laPFAmantiene il suo impegnoai programmi di educazionesu tutti i temirelativi alladiscriminazione, mache la questioneè quella chedeve essere affrontatadalla societànel suo complesso.

'Ci deve essere lasensazione che ci siaun ambiente confortevoleper tutti', ha detto. 'Siamo a conoscenza attraverso la nostraclinicaSporting Chanceche i giocatoriche hanno a che fare con il tema di dichiararsi omosessuali al momento pensano che verrebbero presi di mira e che si parlerebbe di loro non più in quanto calciatori.

'Questa è una vera sfida. Ma il giocodeve essereall'altezza.Seabbiamo intenzione di affermare diessere lo sportpiù importante del mondo, sia in termini dispettatori che di partecipazione,quindidobbiamo avere modo di usare queste caratteristiche percreareun esempio migliore.'


Molti anche i messaggi di solidarietà su twitter:

A host of MLS players and international teammates have voiced their encouragement about Rogers' decision.

New England Revolution and U.S. midfielder Benny Feilhaber wrote: 'proud to call you my friend.'

New York Red Bulls and U.S. defender Heath Pearce tweeted: 'proud of you fam!'

Chivas USA keeper Dan Kennedy offered 'ur the man Robbie we support u bro,' while teammate Juan Agudelo tweeted: 'Respect man. Proud of you bro.'

LA Galaxy and USA center back Omar Gonzalez wrote, 'Congrats, Robbie! Really happy for you.'

Gonzalez's fellow LA defender A.J. DeLaGarza tweeted, 'good for you man! All the best! Terps.'

FC Dallas goalkeeper Chris Seitz praised Rogers' courage saying, 'really want to give a huge shout out to a great friend for being one of the bravest men I know'

D.C. United's Chris Pontius wrote, 'Much respect. Nothing but support for you.'

Vancouver Whitecaps defender Jordan Harvey chimed in with: 'Congrats brotha. Wish you the best.'

Former U.S. international Sacha Kljestan wrote: '100 percent love and support for one of my best friends Robbie Rogers. You will be missed on the pitch. Amazing talent, amazing person.'

Bolton Wanderers and U.S. midfielder Stu Holden sent: 'Much love and respect to my boy @robbierogers! Proud to be your friend bro.'

Former USA star Eddie Pope hailed Rogers as a pioneer: 'Brave men like you will make it so that one day there's no need for an announcement. That day can't arrive soon enough. #support
(dailymail)


Una serie digiocatoriMLSe compagni di squadrainternazionali hannoespresso il loroincoraggiamentoper la decisione di Rogers.

BennyFeilhaber gocatore nei New England Revolutione centrocampista della nazionale degli Stati Uniti  ha scritto: 'sono orgoglioso di chiamarti mioamico.'

HeathPearce dei New York Red Bullsedifensoredella nazionale statunitense  ha teitterato "sono orgoglioso di te amico!'
Dan Kennedy  dei Chivas USAha scritto 'tu sei l'uomo Robbieti sosteniamo fratello!', mentreil compagno di squadraJuanAgudeloha Twitterato: ' Ti rispetto. Sono orgogliosodi tefratello.'

OmarGonzalez
centrale posterioredella LA Galaxye della nazionale USAha scritto, 'Congratulazioni, Robbie! Davverofelice per te. '

Un  collega di Gonzalezil difensoreA.J.DeLaGarzaTwitter, 'bene per te! Tutto il meglio! Terps. '

ChrisSeitz
portiere dei FC Dallasha lodatoil coraggio di Rogersdicendo 'voglio veramente fare una enorme dichiarazione di apprezzamento pubblico a ungrande amicoper essere unodei più coraggiosi uominiche conosco'
Pontiusdei D.C.UnitedChris ha scritto, 'molto rispetto (per te). Nient'altro chesostegno per te.'

Il difensoreJordanHarvey
dei Vancouver Whitecaps  è intervenutocon: 'Congraztulazione fratè '. Ti auguroil meglio.'

SachaKljestanha scritto: '100% d'amoree sostegno per uno deimiei migliori amiciRobbieRogers. Ci mancherai sul campo. Un talentoincredibile, persona straordinaria. '

Il centrocampistaStuHolden  dei BoltonWandererse della nazionale americana ha scritto : 'Con tanto amore e rispetto peril mio amico. Orgoglioso di esseretuofratelloamico'

L'exstellaUSAEddie Popeha salutatoRogerscome un pioniere: 'gli uomini coraggiosicome tefarnno in modoche un giornonon ci sia più bisogno di diun annuncio.Quel giornonon arriverà mai abbastanza presto
Alla faccia del mondo del calcio tutto compatto e omofobo dipinto dai nostri giornalisti di merda!

Anche i siti friendly si interessano solo di primati e sensazionalismi. Così gay.tv può scrivere, sbagliando, che

essendo il primo giocatore professionista a fare coming out, la sua posizione era piuttosto delicata in un ambiente dove il tema è sempre stato evitato.
Ignorando - anche loro - i messaggi di solidarietà e dimenticando che di calciatori professionisti a fare coming out ce ne sono stati già parecchi.

Dal già ricordato  Justin Soni Fashanu al giovanissimo calciatore svedese Anton Hysen tanto per citarne alcuni.


Oppure David Testo, che gioca nei Montreal Impact, e ha detto di essere gay nel 2011poco prima di concludere la sua carriera come giocatore per sopravvenuti limiti di età come ha ricordato il dailymail citando le parole di
Gordon Taylor
soccer would only start to win the battle against prejudice if gay players “ideally come out during their career even if it’s towards the end of their career” (dailymail)
Il calcioinizierà a vincere la battagliacontro i pregiudizisolo se "i giocatorigay  faranno coming out nel corso della lorocarriera, anche se èverso la finedella loro carriera
Oppure l'ex giocatore della nazionale americana Kasey Keller, che ha scritto su twitter
“The bravery of Robbie Rogers is commendable, I hope he realizes that he doesn’t need to retire. He will be more supported than he knows,” Keller wrote on Twitter. (theglobeandmail.com)

"Il coraggiodi RobbieRogersè lodevole, spero si renda conto chenon ha bisognodi ritirarsi. Egli riceverà più sostegno di quanto non sappia"


Il problema di Rogers è che ha deciso di lasciare il calcio come se la sua omosessualità fosse incompatibile con quella di calciatore.

Argomento importante che è stato trattato nemmeno dai siti gayfriendly ma direttamente dai giornali inglesi troppo sottile per la cultura media di noi italiani.
Qui da noi tutti dai quotidiani ai blogger hanno parlato solo del coming out mentre la solidarietà proviene solamente dalle associazioni lgbt.....

UN sito gayfriendly come gay.tv preso provincialmente dall'euoforia che si parli di froci anche nel calcio (l'orizzonte politico dei siti italiani è: basta che se ne parli non importa come né a quale proposito) ha commentato sciaguratamente che



Finalmente l’omosessualità entra anche nel mondo dello sport e, in particolar modo, in quello del calcio dove l’argomento viene ignorato. (gay.tv il neretto è nell'originale).

Commento peregrino visto Rogers lascia lo sport e quindi, casomai, l'omosessualità ESCE dallo sport!

O meglio le persone omosessuali, perchè sono quelle a non essere accettate a essere costrette a rimanere nascoste o ad andarsene se uscite allo scoperto. Invece per gay.tv nel mondo del calcio l'omosessualità è un argomento che viene ignorato.
Meglio Roberto Russo che su Queer Blog pur omettendo la solidarietà data a Rogers dai molti colleghi scrive

Le decisioni personali vanno sempre rispettate, soprattutto quando sono travagliate. Mi dispiace un po’, però, che Rogers si ritiri dal calcio: forse sarebbe stato un segnale più intenso se avesse continuato a giocare, come ha fatto, per esempio, Anton Hysén. Perché il calcio – come ogni altro sport – non è solo per etero.
In ogni caso, mille auguri a Robbie Rogers per la sua nuova vita, vissuta senza menzogne o sotterfugi.
Però Russo pur menzionando il twitter di ringraziamento di Rogers si guarda bene dal menzioanre chi gli ha fatto profferte di solidarietà non amici o gente comune ma anche tanti altri giocatori professionisti...

Non sia mai che si dica che se fai coming out non ricevi solamente calci in faccia ma anche tanta solidarietà. Che poi venga voglia a qualcun altro di farlo...

Insomma si può essere omofobi in mille modi, anche con la semplice omissione di una buona notizia,  e in Italia siamo sempre in prima fila...



Fratelli d'Italia, il voto col culo, le scuse di Meloni e il maschilismo di tutte e tutti.

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Tutto comincia con questo video.



Sconvolgente no?

Nel più trito maschilismo si associa l'omosessualità al coito anale secondo uno dei luoghi comuni più duri a morire quello che vuole che il culo lo usino solamente i froci.

Perchè la stimolazione anale piace solamente ai gay.

Perchè non ci sono uomini etero alla quale piace.

Perchè non ci sono uomini etero che la praticano su loro stessi o con le donne.

Perchè le donne non la praticano. A loro non piace. Piace solamente i gay.

Si scandalizzano tutte e tutti.

Lasciano un po' tutte e tutti dichiarazioni contro il video.

Qualcuno sottolinea il maschilismo del collegamento culo --> gay? NO.

Meloni chiede scusa a nome del partito, e dice che

Il tema dei diritti per gli omosessualiè delicato, anche a causa delle inaccettabili discriminazioni perpetrate a loro danno nei secoli. Ribadiamo la nostra ferma condanna dunque per ogni specie di omofobia”
Diritti per gli omosessuali (le donne non contano, ma da un partito che si chiama fratelli d'Italia che ti aspetti?).
Meloni pensa che i diritti che mancano alle persone omosessuali, uomini E donne, siano diritti per loro, solo per loro, come il culo che usano solamente i gay. Un modo di pensare discriminatorio.
I diritti sono sempre gli stessi quegli degli uomini e delle donne che possono sposarsi tra loro mentre a due uomini e a due donne non è consentito.

C'è qualcuno che glielo spiega a Meloni? NO.



Ognuno dà per scontato che l'allusione al culo riguardi sempre e solamente i maschi omosessuali.
Vendola vuole organizzare dei corsi di recupero per gli intolleranti del tempo nostroSandro Ruotolo, candidato di Rivoluzione Civile parla di violenza omofoba ma almeno non parla di diritti per gay ma diritti per tutti al maschile ma si sa noi italiani il sessismo lo abbiamo nel dna. Paolo Ferrero di rdc commenta che L’ironia è una cosa, strizzare l’occhiolino all’omofobia, con un linguaggio volgare e di cattivo gusto, è invece un’altra cosa.
Alessandro Zan, esponente di Sel e assessore comunale a Padova parla di becero siparietto omofobo 
Piero Ruzzante, Giulia Narduolo e Paolo Tognon del Pd di Padova parlano di stupidità, cattivo gusto e omofobia.

Nessuno di questi signori e di queste signore si rende conto che pensare ai froci quando si menziona il culo è un pensiero omofobo perchè collega un orientamento sessuale a una stimolazione sessuale che non è di loro esclusivo appannaggio. Non tutti i froci usano l'ano anale non tutte le persone  che lo usano sono omosessuali.

Se Vendola parla giustamente di corsi di recupero anche lui deve parteciparci come tutti quelli e quelle che hanno dato per scontato l'equazione senza metterla in discussione.

Intendiamoci è chiara che l'intenzione dei due autori del video era quella di riferirsi agli omosessuali va bene accusarli di omofobia ma si dovrebbe ricordare anche la base maschilista e omofoba di questo accostamento che invece per tutti è naturale che ricordi si riferisca venga ascritto all'omosesualità (maschile).

Purtroppo nemmeno le associazioni lgbt notano il maschilistico accostamento

L’Arcigay di Padova parla di uno squallido tentativo di propaganda elettorale omofoba. (...) Un filmato che si fa beffa e irride l’amore di milioni di coppie omosessuali, strumentalizzando un tema serio come il riconoscimento dei diritti dei cittadini a scopo elettorale e banalizzando con triviali allusioni sessuali.

Fabrizio Marrazzo parla di omofobia elettoraleche presenta l'omofobia non come una ideologia ma come una malattia (sic!).

(Prendo le dichiarazioni citate dall'articolo del Fatto quotidiano).

Non notare, non criticare queste implicazioni del e nel linguaggio, fa capire quanto la nostra soglia critica si sia appiattita verso un conformismo lessicale e ideologico spaventoso.

Un maschilismo patriarcale e una omofobia che abbiamo tutte e tutti interiorizzato. Beh quasi tutti.

Per liberare il culo dall'onta dell'omosessualità e restituirlo a tutte le persone qualunque sia il sesso o l'orientamento sessuale e tutti consiglio la lettura di un testo importante, anche alquanto vecchiotto, come a dire che l'argomento è già stato affrontato e risolto da molto tempo.
Sto parlando de
  • Il piacere negato. Fisiologia del rapporto anale di Jack Morin
    pubblicato nel 1994 da Editori Riuniti e ormai fuori catalogo.
Libro che ci spiega come l'ano possa (ma non debba) essere una zona erogena piacevole da stimolare per tutte e tutti.

Ma vallo a far capire a un popolo maschilista come quello italiano...

Quindi mi perdonerete se rispondo ai due maschilisti con le loro stesse argomentazioni...


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Per un voto consapevole.

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Votate. Non chi vi pare. Date un voto utile. Un voto di sinistra. Un voto che a sinistra non discrimini nessuna e nessuno.


Allora, ancora dubbi su chi votare?

Il mio endorsement per Imma Battaglia alle regionali 2013

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Chi legge questo blog sa che non ho risparmiato critiche a Imma quando credevo stesse sbagliando nelle dichiarazioni o nelle posizioni prese.
Così come ho riconosciuto le volte, e non sono poche, in cui trovavo che avesse ragione da vendere.

Per questo trovo del tutto naturale votarla alle regionali nella lista civica per Zingaretti.

Trovo questo il voto più naturale e necessario da dare.

Mi fido di Imma ciecamente e se mai il nostro singolo voto ha un qualche valore questa è la volta di dimostrarlo dandolo a chi è giunta alla politica come conseguenza di un impegno quotidiano nelle lotte lgbt e non solo.

Basta leggere il suo programma.

Per cui se volete spendere il vostro voto in maniera seria e intelligente votate Imma.

Imma Battaglia chi altri? 

Le parole per dirlo: come la stampa riporta la notizia di un ragazzo che, insultato dai suoi stessi genitori perchè è gay, arriva a denuniciarli per le continue vessazioni subite.

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20 anni, disoccupato (dunque ha deciso di non proseguire gli studi...). Fa coming out  in famiglia e i genitori glielo rinfacciano ogni giorno: sei gay non combinerai nulla di buono nella vita.
Un mantra. orribile.
Finché il ragazzo si stufa e li va a denunciare.

Il reato ipotizzato ? Ingiurie.
Perchè quello di crimini d'odio per l'orientamento sessuale in Italia non c'è e non ci sarà nemmeno con questa legislatura.

E' successo a Padova. Lo riporta Il gazzettino di quella città.

La notizia viene ripresa dai quotidiani e dalla rete. Ognuno ci mette del suo. Aggiunge pezzi di informazione, commenti.  
Tutti in difesa del ragazzo, e questo non è da dare per scontato in un paese come il nostro.

Però i commenti tradiscono una ideologia che è dura a morire. Una immagine dell'omosessualità come condizione invalidante, ben al di là della finte primaria (l'articolo del gazzettino) e nessuno ne esce bene.

Non il Gazzettino che non spiega perchè il reato sia quello di ingiurie.

Lo fa il secolo XIX che spiega
(...) ha denunciato ai carabinieri padre e madre, per «offesa all’onore e al decoro della persona». Già, perché la legge sull’omofobia - insieme a molte altre tutele minime per i gay - non è mai passata. Discussioni tante. Dichiarazioni d’intento all’infinito. Poi, però, nulla di concreto. Almeno nella legislatura appena conclusa. E l’unico reato che era possibile ipotizzare dai magistrati padovani era appunto l’offesa all’onore e al decoro della persona.
Stavolta nessuna associazione lgbt coinvolta o che lascia dichiarazioni nell'articolo. Solamente un cittadino italiano, maggiorenne anche se molto giovane che va dalle forze dell'ordine che lo ascoltano  e lo aiutano.
Chi ha raccolto la denuncia è riuscito a tranquillizzare il ragazzo, ha cercato di allentare la tensione, ha provato a fargli capire che non si tratta di un ostacolo alla propria vita. Sono ben altre le difficoltà che ogni uomo deve affrontare. Basterà tutto questo a rendere sereno e fiducioso del futuro, chi proprio in casa non ha ciò che chiede, ovvero la comprensione?
scrive Cesare Arcolini sul gazzettino.

Arcolini spende splendide parole a favore e in difesa di questo ragazzo 
Lasciare perdere e subire ogni forma di offesa personale, o ribellarsi a coloro che ti hanno messo al mondo, ma che adesso non accettano che tu sia "diverso" da loro (...) [e] sedersi su una sedia di un ufficio e raccontare la propria drammatica situazione di omosessuale denigrato e ripudiato da mamma e papà [?].
Patrizia Albanese sempre sul secolo XIX per dire che il ragazzo ha detto ai suoi che è gay usa delle parole bellissime:

Raccontando a mamma e papà le sue sensazioni e i suoi sentimenti, che non lo portano verso l’altro sesso ma verso il suo.
Sensazioni e sentimenti.

Non preferenze sessuali come invece dice Arcolini. O inclinazioni sessuali come scrive l'Ansa (tramite il Corriere del Veneto) che, in quanto a omofobia, non batte nessuno.


Però non tutto funziona in questa solidarietà per il frocio.

Perchè in tutti gli articoli anche quelli illuminati del Gazettino e del Secolo XIX così come nei post su internet  essere omosessuali costituisce un problema di per sé non solamente per il ludibrio e lo stigma con cui viene accettata dalla società.
Un figlio (...) che s’è trovato a fronteggiare due problemi enormi nello stesso istante: la disoccupazione in età non proprio giovanissima e il suo essere omosessuale. secolo XIX
Dunque essere omosessuali è un problema enorme. Perchè?
(...) un figlio, che ha avuto solo il coraggio di rendere partecipe la famiglia delle proprie preferenze sessuali. Il Gazzettino.
Coraggio di che?
Un ragazzo decide di prendere coraggio e fare coming out con i propri genitori. Un passaggio importante per confessare alla madre e al padre di essere omosessuale.  (Alberto Graziola su Queerblog)
Confessare. Non dire, dichiarare, far sapere... Confessare. Di solito si confessano cose negative o debolezze non si confessano cose positive o né positive né negative...
Non si confessa di avere gli occhi marroni.
Ma per Graziola confessare di essere froci è cosa talmente imbarazzante  e privata che si riferisce al ragazzo dicendo del quale è giustamente sconosciuta l’identità. Giustamente perchè? perchè è frocio o perchè è così cattivo da avere denunciato i genitori?

Sfugge evidentemente a Graziola il portato politico di rendere pubblico il proprio Coming out. Se tutti i gay e tutte le lesbiche fossero visibili la gente verrebbe educata all'omofilia.
In un’età, i vent’anni, già di per sé abbastanza complicata, non deve essere stata una passeggiata per questo ragazzo confessare a mamma e papà di amare un uomo. E ancora più difficile, a vent’anni, deve essere stato sopportare le accuse, sentirsi ‘diverso’ agli occhi di chi ti ha messo al mondo, mentre ci si dovrebbe sentire solo amati, qualunque cosa accada. (Anna Martellato su La Stampa).
non deve essere stata una passeggiata per questo ragazzo confessare a mamma e papà di amare un uomo.
Perchè sono omofobi o perchè di per sé dire di essere gay non è una cosa leggera, felice, bella?

Per inciso. I vent'anni del ragazzo - specifica sciaguratamente quello sciagura- diventano nel sommario dell'articolo de La Stampa 25...

D'altronde a 20 o 25 anni non si è più ragazzini, come questo giovane viene invece considerato.
Ecco che un giovane, che già si trova in un'età difficile, in cui vorresti spaccare il mondo, ma hai ancora parecchie cose da imparare e una corazza di autostima da formare, entra nel tunnel della disperazione. (sempre Attolini sul Gazzettino).
Un'ultima considerazione. C'è una nota che getta su tutti questi articoli una luce sinistra il fatto che tutti si peritano a spiegare (seguendo l'articolo del Gazzettino che è la fonte comune) che i genitori del ragazzo 
non sono due sprovveduti, non vivono ai margini della società. Sono italiani, hanno un lavoro di spessore e conducono una vita agiata.  (Gazzettino)
Il genitori del ragazzo infatti non vivono ai margini della società: sono due persone conosciute, conducono una vita agiata e hanno un’attività professionale importante.  (La Stampa)
Si cerca di far passare l'omofobia come una cosa da ignoranti, da emarginati, da analfabeti.
Dimenticando invece che parlamentari, presidenti di partiti (PD) prelati ed (ex) Pontefice, molti e molte persone cattoliche e non cattoliche, di destra come di sinistra, sono tutti e tutte persone omofobe.

Inutile dire che Grazioli su Queer Blog non noti la cosa. Lui si limita a riportare la notizia come può.

E che sia un giornale, il secolo XIX a parlare di omosessualità in termini positivi e non un sito pro omosessualità la dice lunga sullo stato di insipienza di un paese dove anche chi è gay o gayfriendly cova nel proprio modo di vedere e riportare le notizie la più venefica delle omofobie.

E a ricordare la necessità della legge contro l'omofobia è sempre lei Patrizia Albanese la quale, nonostante essere omosessuali sia un problema enorme da affrontare, o, chissà, forse proprio in virtù di questo, riporta le parole di Alessandro Zan, attivista lgbt, assessore all’ambiente, al lavoro e alla cooperazione internazionale del Comune di Padova eletto deputato in Sel,  che dice

«È un bene che tanti ragazzi si dichiarino in famiglia. È un segno dei tempi che cambiano. Anche se a fronte di molti che vengono accettati, un’altra parte consistente viene ancora maltrattata, ricattata e mobbizzata dalla famiglia. Ecco perché le leggi sono importanti, per accelerare il cambiamento di cultura in questo Paese. Per introdurre la legge sull’omofobia - prosegue il neo onorevole Zan - basterebbe aggiungere una parola nella legge Mancino». Ma proprio come il riconoscimento delle unioni di fatto, è ancora in stand by. (il neretto è nel testo)
Ecco le parole di un vero attivista lgbt che però non fa il gaista di professione ma fa politica, a tutto campo.

Intanto teniamo d'occhio questo ragazzo. Una vittima dell'omofobia, anche dell'associazionismo lgbt che non lo sta aiutando.




Scritta omofoba al liceo Socrate e i diritti dei gay: il protagonismo delle associazioni a discapito delle istituzioni.

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Froci, vi uccidiamo. Al rogo.

Questa l'ennesima scritta omofoba comparsa giovedì scorso avanti a un liceo romano, il classico Socrate, a Garbatella.

Su come il fatto è stato riportato dalla stampa e su come viene percepito dalle Istituzioni e della associazioni lgbt dobbiamo tutte e tutti riflettere perchè questo modo dimostra e denuncia lo scollamento tra le persone lgbt e la società.

Il protagonismo di alcune associazioni lgbt,  come il romano gay Center, che, diventando le prima agenzia a ricevere la denuncia, si sostituiscono alle forze di polizia o all'UNAAR o alla neo costituita lallolulli dimostrano come queste forme di violenza verbale e istigazione all'odio siano percepite non come un problema della società da risolvere collettivamente ma come un problema dei froci che i froci risolvono tra di loro.
Una brutta sorpresa, di fronte alla quale gli studenti hanno deciso di avvisare immediatamente la Gay Help Line, la linea verde di assistenza alle persone omosessuali vittime di omofobia (Messaggero)
Insulti e minacce pesanti subito cancellate dal personale scolastico dopo che l'episodio era stato denunciato al numero telefonico del centro per i diritti degli omosessuali.(Repubblica)

Un falso ideologico. La gay Help Line non è un centro di diritti né una linea di assistenza alle vittime di omofobia.
Anche se nel sito della gay help line il servizio viene così proditoriamente riportato.
Gay Help Line è il contact center antiomofobia e antitransfobia per persone gay, lesbiche e trans del Comune di Roma con la Regione Lazio e la Provincia di Roma.
In realtà quello che si vuole dire è che questa iniziativa di cittadini privati è finanziata coi soldi del Comune della Provincia e della Rregione ma è e rimane un organismo privato sul quale Comune Provincia e Regione non hanno alcun potere decisionale se non quello di togliere il finanziamento.
Subito dopo possiamo leggere l'elenco con le vere funzioni di questa linea telefonica.
  • call center gratuito
  • consulenza psicologica gratuita
  • consulenza legale gratuita
  • consulenza medica gratuita
  • informazioni via web, sms o chat
  • confronto e sostegno online, via chat
  • confronto con gruppi di aggregazione per gay, lesbiche e trans
Una linea di consulenza. E basta.

Invece l'UNAR e l'OSCAD sono organi statali che vigilano e intervengono contro i casi rispettivamente delle discriminazioni razziali e delle discriminazioni in genere (dunqeu anche di quelle basate sull'orientamento sessuale) 

Perchè la gay help line si propone per quello che non è?

Perchè tra le informazioni date non vengono nemmeno menzionati questi due organi statali?

Perchè i quotidiani si attestano sullo stesso livello e non menzionano né ricordano questi due organismi pubblici?

Perchè se io vessato o discriminato in quanto gay per denunciare invece di rivolgermi all'OSCAD mi devo rivolgere alla Gay Help Line?

Perchè giornali non ricordano tutte le opzioni cittadini e cittadine hanno a disposizione?

oscad@dcpc.interno.it- fax:06 46542406e0646542407

Unar numero verde 800 90 10 10

Queste gay help line hanno una importanza fondamentale, quella di informare di costituirsi come cuscinetto tra i cittadini le cittadine e le istituzioni ma non possono, non devono sostituirsi loro.

Capisco che senza i fondi pubblici la gay help line non esisterebbe ma non si possono cannibalizzare tutti i casi di omofobia e annetterli a un millantato e inesistente presunto primato di tutela che scavalca quello serio e concreto di Oscad e Unar o anche semplicemente quello di polzia e carabinieri.

Il ragazzo di Padova ha denunciato i genitori che lo vessavano dopo aver fatto coming out ai carabinieri non all'Arcigay e infatti nessuno ne ha parlato...

Se le forze dell'ordine fossero indifferenti a questo tipo di aggressioni verbali (o fisiche) le associazioni lgbt avrebbero un compito impari e fondamentale.
Continuare però a a voler essere tutti costi l'unico tramite tra persone lgb e istituzioni la dice lunga sull'incapacità delle associazioni lgb di ridisegnare le proprie competenze e la propria mission.

Nonostante manchi una legge contro i crimini di odio per le persone omosessuali, le forze dell'ordine sono oggi molto più sensibili e sollecite di una volta, grazie a un sentire delle istituzioni sollecitato e sensibilizzato dallo stesso associazionismo lgbt che ha portato a monitorare gli episodi di omofobia prima all'Unar e poi all'istituzione di un osservatorio contro ogni forma di discriminazione.

Ogni forma di discriminazione non solo quelle lgb.
Non per un ecumenismo che diluisca il portato specifico delle discriminazioni omofobiche ma perchè la discriminazione non dà diritto a diritti ad hoc ma togli egli stessi diritti.

Invece tutti e tutte parlano ormai di diritti dei gay che, oltre a essere una espressione disgustosamente sessista (e le lesbiche?!?!) è anche un obbrobrio giuridico.





I gay  e le lesbiche non sono infatti, per esmepio,  su una sedia a rotelle e protestano per il mancato abbattimento delle barriere architettoniche che è un loro diritto specifico puntualmente negato.

Gay e lesbiche sono persone come le altre discriminate in base al loro orientamento sessuale. Non abbisognano dunque di diritto ad hoc ma che vengono restituiti loro i diritti umani e civili  di cui godono tutti gli altri uomini e tutte le altre donne.

D'altronde non mi sembra che si parli di diritti degli ebrei, di diritti dei cattolici, di diritti degli atei.

Se anche Marrazzo che, pure, entra nelle scuole a insegnare la tolleranza  ragiona in questi termini mi chiedo cosa possa mai insegnare agli e alle studenti...

«Il Socrate - aggiunge Fabrizio Marrazzo, portavoce di Gay center - è da tempo una scuola aperta al tema dei diritti degli omosessuali, grazie al supporto dei dirigenti e dei docenti. Evidentemente c'è qualcuno o qualche gruppo organizzato che non apprezza il lavoro che stiamo portando avanti e che cerca di intimidire gli studenti e i docenti, a cui va la nostra solidarietà. Azioni di questo tipo meritano la condanna di tutti e vanno contrastate. Chiediamo al Comune di rimuovere le scritte e alle forze dell'ordine di individuare i responsabili». (Corsera)


Questo pensare male e parlare male è pericoloso e mette i bastoni tra le ruote al progresso civile, in un modo che m'offende.

Prosegue Marrazzo sul messaggero:
«Ci ha avvisati, poco dopo le 8, un ragazzo, uno studente, eterosessuale, che si è sentito offeso da quelle frasi e ha voluto tutelare i compagni. Siamo di fronte ad una scuola di eccellenza dal punto di vista della lotta all’omofobia, dove abbiamo anche ragazzi giovani e giovanissimi che hanno potuto fare coming out – commenta Marrazzo – Il Socrate è molto accogliente per le persone Glbt, sicuramente un esempio da seguire».
Certo finché il resto della società non diventerà altrettanto accogliente avremo delle oasi di apparenti, come quelle del WWF che non si curano dell'inquinamento che c'è tutt'intorno...

Se Marrazzo è contento noi non possiamo dirci altrettanto.

Mario Mieli trent'anni dopo

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Il 12 marzo del 1973 si toglieva la vita Mario Mieli, l'autore di un saggio a suo tempo molto importante, pubblicato da Einaudi, e ripubblicato da Feltrinelli,  che non deve però rischiare di sopravvivere alla sua epoca senza riletture critiche, del quale questo blog ha preso il titolo.



Nel trentennale della morte il Circolo Mario Mieli pubblica il libro Mario Mieli trent’anni dopo, per la curatela di Dario Accolla e Andrea Contieri, nel quale compaiono un testo teatrale inedito, le sue poesie inedite e le lettere di Mario indirizzate a Franco Buffoni, che nel suo blog Le parole e le cose parla di Mario, più una serie di saggi e e interventi.

Ecco l'indice del libro 
Andrea Maccarrone, Presidente Circolo Mario Mieli, Prefazione
Franco Buffoni, Mario Mieli trent’anni dopo
Mario Mieli, Lettere
Mario Mieli, Poesie
Milo De Angelis, Quella poetica creatura che era Mario Mieli
Mario Mieli, La mia Justine
Francesco Paolo Del Re, La performance totale di Maria M.
Corrado Levi, Che bello scrivere di Mario Mieli!
Francesco Gnerre, Ricordo di Mario Mieli
Dario Accolla, L’eredità di Mario Mieli e il senso della militanza oggi
Nota bio-bibliografica

Per info: cultura@mariomieli.org


Il libro sarà presentato

Domenica 24 Marzo 2013, 
alle ore 18
presso la Sede del Circolo,
via Efeso 2A


La lista gay del liceo di Nuoro: l'omofobia dei commenti di stampa e di Arcigay

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Non è la prima volta che succede purtroppo. 

Qualcuno che nota la differenza, magari pensando di insultare, comunque volendo discriminare, compila elenchi di ebrei.
La gravità del fatto naturalmente non sta nel rivelare l'identità di queste persone né di annoverare in questo elenco chi ebreo non è.
La gravità sta bel fatto di compilare elenchi discriminatori sfruttando l'antisemitismo e l'odio per le persone ebree.
E' successo nel 2008 e poi di nuovo nel 2011 ed era chiaro a tutti, stampa e associazioni ebraiche, la gravità del fatto e i motivi per cui questa blacklist era inaccettabile.

Il cdec (Fondazione Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea) di Milano nel 2010 aveva scritto:

In Italia l'antisemitismo cresce e si diffonde online, alimentandosi delle vicende legate al conflitto israelo-palestinese e della scarsa conoscenza che gli italiani hanno degli ebrei. E attraverso internet la propaganda e la diffusione di idee intolleranti diventa più facile". (fonte Repubblica)

La settimana scorsa su facebook su na pagina intitolata al liceo classico Giorgio Asproni di Nuoro sono comprarsi dei post anonimi nei quali ci si riferiva con nome e cognome ai e alle studenti del Liceo offendendole per l'orientamento sessuale, l'aspetto fisico o il carattere. La notizia viene data dalla stampa in termini diversi e si è fatto credere chei si trattasse di una blacklist con i nomi di persone omosessuali. Sospendendo momentaneamente la differenza tra il fatto vero e quello riportato dai mezzi di informazione e facendo finta che si sia trattato davvero di una blacklist ecco come la stampa ha riportato la notizia.

Su una pagina del social network nata per fare incontrare gli allievi del "Giorgio Asproni" sono comparse pesanti insinuazioni sui comportamenti sessuali di molti di loro
Pier Giorgio Pinna su Repubblica (si tratta del sommario del quale non è detto l'autore sia chi firma l'articolo)
Dunque per Repubblica dire di qualcuno che è gay significa fare  pesanti insinuazioni sui comportamenti sessuali.

Cioè si ti dico frocio di merda non ti sto insultando perchè in quanto frocio dico che sei di merda ma ti sto insultando proprio perchè ti do del frocio e tu, guarda un po', magari frocio manco lo sie...

Altro esempio.
Per gli omosessuali, nonostante la visibilità gay sia un valore irrinunciabile, dare pubblicità all'orientamento sessuale di qualcuno senza il suo consenso è una violenza intollerabile e senza giustificazione.

Va inoltre ricordata la gestione perfetta dell'episodio dal parte del preside dell'intero istituto, che ha reagito velocemente e in maniera compatta con una manifestazione di solidarietà agli studenti vittime dell'outing on-line. 
Purtroppo ad avere scritto queste frasi non è stato un giornalista ma Flavio Romani presidente di Arcigay Nazionale il quale non conosce bene nemmeno il significato di un termine come outing.

L'outing è sempre forzato perchè significa rivelare l'orientamento sessuale di un personaggio pubblico   che pubblicamente ha fatto affermazioni contro l'omosessualità. Rilevare il comportamento omo o bisessuale di un personaggio pubblico omofobo non serve a indicare una cosa sbagliata in sé ma a indicare l'incoerenza e la contraddizione di chi pubblicamente parla male dell'omosessualità e poi in privato ha comportamenti omosessuali (comportamenti il che non vuol dire necessariamente che quello sia il suo orientamento sessuale).

L'idea che Romano ha dell'outing è totalmente diversa: per romano l'outing si fa quando qualcuno dice di qualcun altro che è gay senza che questi ne abbia dato il consenso svuotando così di ogni significato politico l'outing, quello vero.

Per Romani l'omosessualità è di per sé qualcosa da nascondere o di ingombrante tanto da arrivare ad affermare che dare pubblicità del proprio orientamento sessuale senza il proprio consenso è una violenza.

Dimenticando di spiegare il motivo per cui ciò può esser vero. Quell'omofobia così diffusa che ci fa nascondere che amiamo persone dello stesso sesso perchè abbiamo paura che in base al nostro orientamento sessuale possiamo venire discriminati, derisi, picchiati, uccisi.
Ignorando i giovani e le giovani, col suo linguaggio sessista Romano parla solo di ragazzi, che coraggiosamente dichiarano il proprio orientamento sessuale già in giovane età.
Dove il coraggio non è nel rendere pubblico qualcosa di per sé negativo ma attirare l'attenzione delle persone omofobe rischiando così non solo di essere presi in giro ma anche di ricevere violenze fisiche e nei casi estremi essere uccisi. E' già successo. Non è una ipotesi frutto di un esercizio retorico.

Insomma Romano è così pavido  che vuole garantire l'anonimato dei froci (solo dei froci le lesbiche per lui non esistono) e invece di denunciare l'atto di discriminazione e intimidazione di questa black list si lamenta che questa lista sia violenta perchè sputtana i gay e infatti parla (male) di outing.


Che l'Italia abbia bisogno dell'estensione della legge Mancino anche per le discriminazioni legate all'orientamento sessuale (non solo alle omosessualità ma anche alla bisessualità e all'eterosessualità) è indubbio ma finchè ci saranno persone come Romano (o chi gli scrive i comunicati stampa) che hanno un'idea così cattolica dell'omosessualità come di una colpa da portare in silenzio e dire pubblicamente sono quando si è pronti, il Paese, la società non potranno certo cambiare.
Nè possiamo pretendere che sian le persone etero a tirarci fuori da una omofobia che vede i primi diffusori tra le più alte cariche di quelle associazioni che in realtà quell'omofobia dovrebbero cercare di cancellare.


E ora torniamo ai fatti quelli veri che si sono svolti su facebook.

Per sentire come si sono davvero svolti i fatti ascoltiamo il preside del Liceo e uno degli studenti ospiti di Uno Mattina


Oppure la lettera aperta che il preside ha pubblicato online sul sito del Liceo.

Certo il dubbio sula natura dell'insulto (ti insulto perchè ti do del frocio o perchè dico che sei uno sporco frocio) non è stato sciolto ma almeno il preside non ha negato che nel suo liceo ci siano studenti omofobi e omofobe.

I'ts a long way to Tipperary...

Outing Fidanzati per sbaglio: l'talia reazionaria del terzo millennio

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Il plot è quello classico da commedia degli equivoci.
Riccardo e Federico, due ragazzi pugliesi amici sin dall'infanzia, il primo trasferitosi a Milano con la fidanzata, l'altro  rimasto in Puglia, orfano, disoccupato e con fratello minore a carico, si ritrovano quando Riccardo, litigato con la ragazza, decide di tornare in Puglia e accettare la proposta di Federico di aprire un atelier di moda con i finanziamenti della Regione. Scoprono però che il finanziamento è per coppie di fatto e, complice uno dei membri della commissione giudicante (gay non dichiarato),  si fingono gay per ottenerlo.

Grazie agli amici del gay velato - che parlano al femminile, vestono da donna o hanno comunque un aspetto femminile - la coppia di amici viene istruita per sembrare una coppia gay.

La copertura non funziona a causa anche all'eccessivo zelo della coppia nel vestirsi da gay (pantacollant fucsia per Federico, giacca da marinaretto per Riccardo) e la verità viene  a galla.
Il finanziamento non viene loro concesso.
Il successo arriva grazie alla ragazza petulante di Riccardo che, scoperto che due famosi stilisti milanesi - notoriamente gay e radicalchic- , cui ha fatto vedere i bozzetti da stilista del fidanzato, se ne sono appropriati attribuendoli a un loro giovane protégé(gay secco allampanato e stupido come una ragazza)   fa in modo che l'autentica paternità dei vestiti sia ristabilita mentre la giornalista che indaga su un politico corrotto locale (che ha causato la morte in un incidente stradale dei genitori di Federico, e ha scoperto la verità sulla coppia finta gay) si fidanza con Federico.

I corrotti restano al loro posto.

Outing non è un film grossier. Nei momenti in cui non si parla di omosessualità  (la prima mezzora del film) ha delle qualità.

Questo non vuol dire che le semplificazioni che la storia propone non siano lo stesso ideologiche e reazionarie.
 

1) Il titolo.

Outing vuol dire rivelare pubblicamente l'omosessualità non dichiarata di un personaggio pubblico che è notoriamente ostile nei confronti dell'omosessualità. Il motivo di questa rivelazione è politico e serve a sottolineare l'ipocrisia di chi ufficialmente afferma cose negative sull'omosessualità e poi magari nel privato ha un comportamento omosessuale.

Comportamento e non necessariamente orientamento. Io posso percepirmi e voler essere percepito come etero anche se ogni tanto faccio sesso con persone dello stesso sesso.

In Italia il termine outing è usato erratamente come sinonimo di coming out che invece significa dichiarare pubblicamente la propria omosessualità o bisessualità.

Fa coming out Tiziano Ferro quando rilascia una intervista in cui dice che è gay.

Fa coming out il ragazzo di 15 anni quando lo dice ai genitori, a scuola, agli amici e alle amiche.

Fanno coming out il professore quando lo dice a scuola, l'operaio in fabbrica, il politico in un comizio.

Il coming out è positivo.
L'outing no.
L'outing è uno sputtanamento ma non della propria omosessualità taciuta ma della propria contraddizione, della propria ipocrisia, della propria omofobia interiore irrisolta.

In nessun caso dunque Riccardo e Federico fanno outing. Anche perchè l'outing non lo fai tu ma lo fa qualcun altro contro di te. 

L'errore semantico tradisce l'ideologia di Matteo Vicino -  che firma sceneggiatura regia e montaggio - che evidentemente pensa che l'omosessualità non è proprio una cosa positiva  e che chi si finge gay lo fa per disperazione e un po' si sputtana.
L'idea generale  è che il paese è così corrotto e incline ai compromessi che si arriva a fingersi anche gay pur di ottenere un finanziamento.
Un po' come fingersi invalidi per ottenere la pensione...

Questa idea è corroborata dal film in maniera scientifica.

Quando la giornalista scopre che Federico finge di essere gay lo rimprovera ricordandogli che ha un fratello minore al quale sta infliggendo traumi e che rischia di perderlo.

Adesso nessuno perde la tutela legale del fratello minore perchè omosessuale.

La perde però se è disoccupato e non può garantire al minore le risorse necessarie per la sua crescita ed educazione.
E Federico è disoccupato non gay.
Quindi non si capisce di cosa la giornalista parli.

Quando la commissione arriva a casa dei due ragazzi per verificarne la coppia di fatto il fratello di Federico dice a memoria, evidentemente istruito a dire così,  che lui è felice di avere due padri e che non subisce alcun trauma psicologico.

Quando nel finale il gay velato (che ha nel frattempo fatto coming out) annuncia che si è fidanzato con un certo Ugo (che non abbiamo mai visto prima) un primissimo piano del fratello di Federico ce ne mostra un'espressione del viso  tra imbarazzo e disgusto.


2) Il rapporto d'amicizia tra i due protagonisti è bello, profondo sincero. Si tratta di vero amore, amicale, ma amore.
Quando si rincontrano dopo parecchi tempo (e dopo qualche litigio di troppo) ai due lati di una vetrata, Riccardo e Federico pongono le mani ai due lati del vetro in segno di affetto. Questa intimità e affettività danno forza alla resistenza che entrambi hanno quando viene proposto loro di fingere che stanno insieme.

Però quando nel finale i due amici annunciano il rispettivo fidanzamento (nel senso inglese del termine, cioè si sposeranno)  l'uno cogliendo di sorpresa l'altro, e si alzano per rimanere un momento da soli, per guardarsi e sorridersi, la fidanzata di Federico li segue e vedendoli in quell'atteggiamento intimo si porta un dito sul mento in segno di dubbio: saranno froci?

Il film uccide così una delle cose più belle che ci aveva regalato l'amicizia tra due ragazzi, etero, che non ha niente di sessuale, che non nasconde alcuna omosessualità sotterranea, ribadendo una libertà di comportamento dei giovani uomini di oggi contro l'ideologia patriarcale (se baci un uomo e ti ci abbracci sotto sotto sei frocio) ripristinata nel finale.


3) L'omosessualità

Gli omosessuali del film sono dei froci acidi, invidiosi, stupidi, frivoli, disonesti, che si aiutano tra di loro facendo lobby, sessualmente ambigui, né uomini né donne, tutti effeminati,  incapaci di una relazione stabile.

Questa immagine però il film non la inventa, ma la raccoglie. La raccoglie  da quella sottocultura gay di tanto associazionismo italiano che crea, elabora, sostiene anche teoricamente un terzo sessismo spinto, né uomo né donna ma gay.

Sarebbe intellettualmente disonesto accusare  Matteo Vicino di  essersi inventato questo mondo omosessuale.
Perchè questo mondo omosessuale esiste.
Misogino, terzosessista, maschilista e dolorosamente omofobo.
Un mondo che non rappresenta tutte le persone omosessuali, ma che identifica certa militanza quelli che fanno i froci per professione.


Non si può accusare solamente Vicino di dare una immagine  parziale e stereotipata dell'omosessualità.
Si devono accusare tutti i gay che hanno accettato di partecipare a questo film (da Spyros, il vincitore gay dichiarato di Master Chef dello scorso anno che interpreta uno dei due stilisti froci all'amica che deve dare lezioni di omosessualità a Riccardo e Federico).

Non si può puntare solo il dito contro chi scrive questi film. Va puntato anche contro chi accetta di parteciparvi.


4) La misogina del film.

Non solo quella dei froci del film ma quella del film.

La ragazza di Riccardo, petulante e che comanda il ragazzo a bacchetta e che, quandro Riccardo la lascia si chiede come prima cosa chi le cucinerà e farà le pulizie di casa...

La raccomandata di ferro stupida e naif (cui fa da pendant il protégé dei due stilisti, sua controparte maschile).

La donna della commissione per il finanziamento interessata a sedurre il gay velato accettando di finanziare anche i gay se lui la invita a cena...

Anche la fidanzata di Federico, giornalista integerrima che arriva a dubitare dei due amici perchè li vede troppo vicini.

A suo modo Outing, pessimo, ignobile nei risultati e nella sua weltanschauung esprime i limiti antropologici di una Italia arretrata anche dal versante dell'omosessualità i cui froci (le lesbiche non esistono) quelli veri e concreti che militano sembrano usciti da film come il Vizietto vecchi di 30 anni.

Un film che riesce in un colpo solo  ripristinare le priorità:
I minori sono turbati dai froci. I froci non si sposano al limite provano a stare insieme
Solo uomini e donne si sposano.
Le reazioni basite dei genitori di Riccardo quando i giornalisti chiedono loro sull'omosessualità del figli o sono occasione di divertimento in barba a tutti i ragazzi  e le ragazze omosessuali cacciati di casa da genitori intolleranti. Un filmc he mette d'accordo tutti e tutte dal pd al Vaticano, dal pdl ai grillini, dai froci sinistri a quelli di sinistra. Ognuno al suo posto e guai a mischiarsi, froci con froci ed etero con etero, tranne nel finale assurdo e à la Ozpetetk dove allo stesso tavolo ci sono Riccardo e Federico con le rispettive fidanzate l'amica esperta in omosessualità e una suora che si fa il sengo della croce quando vede il gay velato non più velato baciarsi con Ugo.


In barba alle ragazze e ai ragazzi di oggi che non militano nelle associazioni, associazioni  distanti dalla società che vivono in un mondo fucsia lontano dalla realtà nella quale fanno dei raid camp stantii e imbarazzanti (basta vedere la proposta culturale per il trentennale della morte di Mario Mieli tutta incentrata sul queer) ma vivono nel mondo di ogni giorno  e che da sole e da soli affrontano l'omofobia, Outing i cui froci che vi partecipano criminalmente contribuiscono  a diffondere.

L'aggressione omofoba a Wilfred de Bruijn: Io so chi è stato. E so anche chi tace e non dice niente

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Wilfred de Bruijn, cittadino olandese da 10 anni residente a Parigi è stato aggredito perchè passeggiava a braccetto con un altro ragazzo, che era il suo compagno, ma questo gli aggressori non potevano saperlo.
E' bastato loro vedere Wilfred in un gesto di confidenza con un altro uomo per farlo classificare come gay e, al commento di Ah, dei gay! aggredire entrambi pugnie calci in seguito ai quali Wilfred ha perso un dente.

E' successo sabato 8 aprile.

Wilfred ha postato una foto con i segni dell'aggressione che ha fatto il giro di internet ed è diventata il simbolo della lotta all'omofobia.

Il 10 aprile alle 20 nel quartiere del Marais a Parigi si è svolta una manifestazione contro l'omofobia.

Nell'appello che ha indetto la manifestazione la si motiva,  tra l'altro, così:
Per denunciare l'odio sparso per mesi contro le persone LGBT-dagli oppositori e dalle oppositrici al progetto di legge odio che si è intensificato nelle ultime settimane;

   Per dire che questo odio non ha alcuna legittimità in un dibattito democratico, e che quelle e quelli che, credendo di fare bene, trattano i sostenitori dell'odio come degli interlocutrici e delle interlocutrici legittime/i non fanno che rinforzarne la violenza;


      Per ricordare che questo 'odio è alimentato dalle disuguaglianze e dalle discriminazioni legali che interessano le perosne LGBT e le loro famiglie eche è urgente mettervi fine;


    Per sostenere le famiglie omogenitoriali, compresa la  prole, particolarmente esposti all'odio degli oppositori e delle oppositrici al matrimonio;
per ricordare a gay, alle lesbiche, alle persone bisessuali e trans isolati, senza contatti associativo, che non sono
da sole e possono contare su di noi per affrontare l'odio;


      Per denunciare le minacce e le violenze contro le associazioni LGBT, i loro membri o i loro eletti e le loro elette che difendono l'uguaglianza - minacce che dimostrano l'assenza di argomenti a disposizione degli omofobi e delle omofobe
   
Per non lasciare la strada, luogo di espressione democratica, ai nemici e alle nemiche della democrazia che la monopolizzano da mesi e che prendono gay, lesbiche trans e bisex come primo obiettivo delle loro lotte;


    Per richiamare, di fronte all'unione delle destre e dell'estreme destre contro la democrazia, a una solidarietà con le minoranze perseguitate*

Wilfred ha detto chiaramente come, anche se
Non è stato Barjot Frigide [lo pseudonimo di un attivista che ha guidato le proteste contro il disegno di legge] a colpire la mia testa, o il vescovo di Avignone a mettersi in agguato in quella strada per attaccarci. Ma loro sono responsabili**.

Chi in Francia si oppone all'estensione del matrimonio anche alle coppie dello stesso sesso prevede violenze come fa il cardinale André Vingt-Trois: 

la legalizzazione del matrimonio tra persone dello stesso sesso rischia di scatenare nuove violenze, in un contesto sociale già molto teso, tra crisi economica e disoccupazione alle stelle.
 (...) Sono stati messi in campo tutti i mezzi per evitare il dibattito pubblico, incluso nel processo parlamentare (...) questo è il modo in cui si sviluppa una società violenta. (fonte la stampa).

Chi si oppone al riconoscimento di un diritto mancato, chi contribuisce alla sperequazione dei diritti crea sostiene diffonde l'odio e l'illegalità.
Non si possono stigmatizzare solamente glie esecutori e le esecutrici materiali di queste aggressioni omofobiche. Bisogna denunciare con tutta la forza dell'indignazione democratica i mandanti, chi sostiene  diffonde il pregiudizio e la discriminazione.

 Wilfred de Bruijn lo fa. La stampa estera lo fa. La Francia lo fa. I citadini e le cittadine di Parigi lo fanno.

Solo da noi le associazioni lgbt i siti gayfriendly e la stampa si limitano ad alimentare il gossip, ad alimentare la paura e la pavidità ma non la risposta decisa a non abbandonare le strade come recitava l'appello parigino.

Così Angela Geraci sul Corsera afferma che Wilfred e il compagno
hanno spiegato che di solito stanno molto attenti per strada: raramente camminano abbracciati, mai mano nella mano. «Questa volta abbiamo abbassato la soglia della prudenza ed ecco cosa è accaduto»
ma si vede bene dal riportare la dichiarazione lasciata nella stessa intervista che ho già riportato e che ripeto:

  Non è stato Barjot Frigide a colpire la mia testa, o il vescovo di Avignone a mettersi in agguato in quella strada per attaccarci. Ma loro sono responsabili**.
Geraci denuncia le violenze ma senza analizzarne il perchè, i mandanti, le sue ragioni, lasciandone la responsabilità alla comunità lgbt che le subisce.  

Lo stesso fail Mario Mieli che pubblica un post di Valentina Matriascia nel quale si limita a raccontare l'accaduto senza proporre alcuna analisi politica di quanto sta accadendo in Francia limitandosi a dire dopo averne fornito un morboso rendiconto dettagliato che l'aggressione

Accade mentre nelle aule del Senato francese era in discussione il progetto di legge sul matrimonio e l’adozione per le coppie dello stesso sesso, approvato il 12 aprile scorso con 179 voti favorevoli contro 157 contrari.
Una foto, quella del volto tumefatto di Wilfred, che è divenuta un manifesto per la lotta contro l’omo-tranfobia e la cui diffusione rappresenta, come spiega la coppia, “un atto politico”.
Un atto politico anche quello del Mario Mieli la cui denuncia priva di una analisi sociale e politica non contribuisce al formarsi di una opinione pubblica che possa indignarsi ma sostiene il clima di paura e di precauzione nel quale è meglio che le persone omosessuali vivano.

Il clima omofobico non è alimentato dall'incauta visibilità visibilità che non può che fare bene alla causa, ma da tutte le persone che a qualunque titolo si dedicano all'arte furba di infangare, discriminare, offendere le persone lgbt partendo dalla premessa siamo contrari alla violenza ma...

Un  auto convincimento quello che se ostentiamo  poi è prevedibile che ci menino che la dice lunga sulla capacità della società di indurci all'autoghettizzazione.
 

La società e tutte le sue agenzie sociali la chiesa la maledetta chiesa la nazista chiesa la anticostituzionale chiesa in testa coi suoi accoliti e le sue accolite  che vivendo in un mondo medievale vorrebbero che ci vivesse anche il resto del mondo.

Io dico che è necessario oggi più che mai ostentare non stancarsi di protestare, di marciare, di denunciare e di non abdicare ai propri diritti.

E lasciamo la pavidità politica alle associazioni lgbt italiane che si comportano esattamente come la nostra classe politica che vive in un mondo tutto suo fuori da qualunque realtà.



 

* Pour dénoncer la haine déversée depuis des mois contre les LGBT par les opposant-es au projet de loi, haine qui s'est intensifiée ces dernières semaines ;

    Pour dire que cette haine n'a aucune légitimité dans un débat démocratique, et que celles et ceux qui, croyant bien faire, ont traité les partisans de la haine comme des interlocuteur-rices légitimes n'ont fait que renforcer leur violence ;

    Pour rappeler que cette haine est alimentée par les inégalités et les discriminations légales qui touchent les LGBT et leur famille et qu'il est urgent d'y mettre fin ;

    Pour soutenir les familles homoparentales, notamment les enfants, particulièrement exposé-es à la haine des opposant-es au mariage ; pour rappeler aux homosexuels, lesbiennes, bi et trans isolé-es, sans contact associatif, qu'ils et elles ne sont pas seules et peuvent compter sur nous face à la haine ;

(...)
    Pour dénoncer les menaces et les violences contre les associations LGBT, leurs membres ou les élu-es qui défendent l'égalité – menaces qui témoignent de l'absence d'arguments dont disposent les homophobes ;

    Pour ne pas laisser la rue, lieu d'expression démocratique, aux ennemi-es de la démocratie qui la monopolisent depuis des mois et qui prennent les homos, les lesbiennes, les biEs et les trans comme première cible de leurs combats ;

    Pour appeler, face à l'union des droites et des extrêmes-droites contre la démocratie, à une solidarité avec les minorités persécutées*
fonte yagg.com la traduzione è mia

** It was not Frigide Barjot who was hitting my head, or the bishop of Avignon lurking in that street to attack us. 'But they are responsible.'

fonte dailymail.co.uk traduzione mia




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